COVID-19. È una domanda che molti si pongono: superati i canonici 21 giorni, in cui negli ultimi 7 non si sono manifestati eventi legati al Covid-19, si può essere reintegrati nella comunità?
A darci una prima risposta è il dottor Antonio Gallo, dirigente medico area Igiene Pubblica dell’azienda ASL Toscana Nord Ovest, che noi abbiamo raggiunto telefonicamente. “Sì, il Ministero della Sanità prevede il ritorno in comunità del contagiato, presupponendo che la carica virale dell’individuo sia talmente bassa da non poter aggredire e contagiare altri soggetti.” – afferma Gallo – Questo è però corretto dal punto di vista formale, ma non si tratta in realtà di una vera e propria guarigione. Di fatto non si esclude che la persona, risultando ancora positiva, possa sempre presentare il virus tuttavia, – continua Gallo – la probabilità è bassa, sebbene nella prima ondata abbiamo assistito a soggetti rimasti positivi anche per mesi interi.”
Gli fa da eco il professor. Francesco Menichetti, dell’azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana, e attualmente Direttore di Unità Operativa – U.O. Malattie Infettive: “Tutto dipende dal tampone, se il tampone resta positivo c’è ancora un margine di dubbio. Dopo 10/15 giorni dalla guarigione anche un tampone positivo a basso titolo non può escludere che il paziente sia ancora infettante.”
Il dottor. Gallo raccomanda la ripetizione del tampone di controllo dopo 10 giorni dal precedente, risultato positivo, per quanto riguarda i tamponi di guarigione. Infine la nostra attenzione si sposta poi su un caso pratico, come può essere quello del rientro a lavoro. Ecco che occorre prestare attenzione. “È ovviamente importante mantenere sempre tutte le precauzioni sociali. Questi soggetti devono essere ancora più rigorosi.” – sottolinea Gallo – È uscita una linea di diritto da parte dei medici del lavoro per quanto riguarda l’ambito sanitario dove, per questa tipologia di soggetti, si predilige lo smart working o comunque mansioni fino alla negativizzazione completa così da ridurre ulteriormente il rischio di contagi in un ambito delicato come quello sanitario.” Anche Menichetti è dello stesso avviso: “L’individuo non può tornare nella piena attività ospedaliera, ma può comunque fare passeggiate, la spesa ecc.. mantenendosi ovviamente cauto.”
L.C.
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