PISA. La Dr.ssa Giulia Gianfilippo intervista il Professore Claudio Spinelli che è attualmente Ordinario di Chirurgia Pediatrica e Infantile, presso l’Università di Pisa e che dirige la Sezione Dipartimentale Universitaria di Chirurgia pediatrica e Adolescenziale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana. È inoltre inserito nella rete formativa della Scuola di Specializzazione in Chirurgia Pediatrica e Infantile.
Quale è la situazione nella fase 2, circa il COVID-19, in riferimento ai più piccoli? E la Toscana, quale incidenza di contagi, fra i bambini, ha avuto?
Nel mondo l’infezione ha ormai superato i 4 milioni e mezzo di contagiati, con oltre 300.OOO mila decessi in tutto il pianeta, un numero altissimo. Pochi giorni fa, il New York Time ha pubblicato i nomi dei centomila deceduti negli Stati Uniti, che pone l’Italia al quarto posto per casi positivi, con quasi 225 mila casi e 31800 morti. Vorrei, a tal proposito, dedicare un pensiero a tutto il personale sanitario – definito eroe – che si è impegnato fortemente in questo periodo, con oltre 14000 sanitari infetti e oltre 155 medici deceduti, oltre ad un numero elevato di decessi fra infermieri e ausiliari.
In Italia sono stati circa 400 i bambini affetti, circa lo 0,05% degli infetti complessivi, ma con nessun decesso. I decessi dei più piccoli risultano essere avvenuti in altri paesi: uno in Inghilterra deceduto all’età di cinque anni, una bambina di dodici anni in Belgio, una di sedici in Francia e negli Stati Uniti. Da segnalare una neonata affetta da infezione (curata all’ospedale di Cuneo), che è stata sottoposta a ventilazione meccanica. In toscana ci sono stati circa 10.000 casi complessivi, con quasi 1000 decessi. I casi in età pediatrica sotto i 20 anni sono stati 17 ricoverati in ospedale, su un totale di 298 affetti, di cui: 50 casi da 0-4 anni, 38 da 4-9, 93 da 9-14 e 117 da 14-19 (circa 3,1%, di cui il 30% sotto i 10 anni) , ma nessuno è stato ricoverato in terapia intensiva. La maggiore concentrazione si è verificata nell’area nord ovest e sud est della toscana, vicino alle zone di confine con altre regioni. Per quanto riguarda lo stato clinico al tampone, sotto i dieci anni sono asintomatici nell’85% e paucisintomatici con un 3% di stati severi. Questi casi scompaiono completamente nella fascia di età tra 11-20 anni. La carica virale di un bambino affetto sembra essere più bassa rispetto a quella degli adulti, pertanto si spiega il perché di un contagio maggiormente contenuto.
Perché i bambini si ammalano meno di Covid?
Le cause del minore rischio dei bambini all’infezione sono: le condizioni migliori di partenza dei vari organi come i polmoni; la vicinanza alle vaccinazioni, che potrebbe spiegare la maggiore risposta immunitaria in caso di contagio; i bambini sembrerebbero meno esposti per una maggiore espressione nelle vie respiratorie, del recettore ACE2 che è un recettore sulla superficie cellulare e che permette al virus di legarsi ad esso e entrare all’interno della cellula per infettarla.
Quali sono i sintomi e le possibili complicanze di un’infezione Covid-19 in un bambino?
Ormai sono stati pubblicati, su riviste internazionali, articoli importanti su casistiche in età pediatrica che ci fanno conoscere abbastanza bene glia spetti clinici di quest’affezione. In particolare: Un articolo su “Pediatrics”, pubblicato da un gruppo cinese su 2143 casi di bambini affetti da coronavirus e con un’età media di 7 anni. Un altro articolo, pubblicato su Pediatric Infection disease (Zimmerman et al), un gruppo di studio svizzero che ha esaminato 65 casi di donne durante ala gravidanza e affette da covid, oltre a ben 67 neonati. Il distress fetale è stato osservato nel 30% dei casi e il 7% delle madri in dolce attesa ha avuto un parto prematuro. Complicanze neonatali sono state distress respiratorio, coagulazione intravascolare disseminata (3%), asfissia 2% e 2 morti perinatali. I neonati hanno riportato Covid positivo con polmonite. Anche per i bambini, i sintomi sono la febbre e un aggravamento delle condizioni respiratorie, specialmente se soffrono di asma bronchiale o di fibrosi cistica, eritema del faringe e la tosse. Da considerare la polmonite con opacità polmonari bilaterali e, spesso più degli adulti, hanno una sintomatologia gastroenterica con dolore, vomito, diarrea o altre insufficienze multiorgano, linfocitopenia.
Qual’ è il rapporto tra l’infezione e il diabete?
Il diabete non aumenta il rischio di contrarre l’infezione di covid 19 ma, in caso di infezione, c’è un maggior rischio di complicanze e di decorso sfavorevole. I diabetologi consigliano dunque i loro pazienti una massima prudenza. Occorre monitorare la glicemia con attenzione e valutare l’adeguatezza della terapia insulinica. I bambini diabetici in Italia sono circa 20000.
Quale è la strategia e le accortezze che vengono tenute di conto per operare un
bambino nella fase 2 del Covid?
La società italiana di Chirurgia Pediatrica e la Consulta degli apicali, hanno emanato gli indirizzi di gestione della fase 2 della pandemia covid-19, in particolare tutti i bambini e il genitore che accompagna il figlio in ospedale per un ricovero devono essere sottoposti a tampone rino-faringeo. Durante il ricovero devono essere eseguiti altri test, soprattutto il sierologico prima di essere sottoposto a visita anestesiologica; importante sarà un adeguato consenso informato.
Lei, oltre a chirurgo pediatra, si occupa di poesia e di pittura, come immagina una
rappresentazione artistica dell’era COVID-19?
Parlerò di un ritrovamento sulla spiaggia all’inizio del periodo del coronavirus, di uno straccale con una strana forma che ho immaginato un volto e ho dipinto. Il momento era tale da avvicinarlo all’immagine tragico–comico, un vero e proprio sentimento di “umorismo” citando la visione filosofica Pirandelliana.
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