Si chiama VACCINATE (“COVID Vaccination in Rare and Complex Connective Tissue Diseases: ERN ReCONNET Multicentre Prospective Cohort Study”) ed è il primo studio osservazionale europeo sugli effetti della vaccinazione sui pazienti con malattie autoimmuni sistemiche promosso da ERN ReCONNET, la rete di riferimento europea per le malattie rare e complesse del tessuto connettivo e dell’apparato muscoloscheletrico, coordinata dalla professoressa Marta Mosca, direttore dell’Unità operativa di Reumatologia dell’Aoup.
L’obiettivo dello studio è generare nuova evidenza scientifica e comprendere meglio sia la sicurezza sia l’efficacia del vaccino in questa popolazione, e quindi:
- promuovere un approccio armonizzato della raccolta dei dati sulla vaccinazione COVID-19 in pazienti con malattie autoimmuni sistemiche;
- valutare il profilo di sicurezza della vaccinazione COVID-19 nei pazienti con malattie autoimmuni sistemiche ed evidenziare possibili eventi avversi specifici della malattia;
- valutare l’efficacia della vaccinazione COVID-19 nei pazienti con malattie autoimmuni sistemiche e evidenziare potenziali variabili che impediscono un’efficace immunizzazione contro il COVID-19.
- osservare l’andamento della malattia dopo la vaccinazione.
Per Marta Mosca: “si conferma così – dopo la pubblicazione su Nature Rheumatology dell’articolo “The impact of COVID-19 on rare and complex connective tissue diseases: the experience of ERN ReCONNET” [https://doi.org/10.1038/s41584-020-00565-z], dedicato alle ricadute della pandemia sulla comunità europea di malattie rare e complesse autoimmuni sistemiche – l’importanza e il valore aggiunto di far parte di una infrastruttura europea nell’ambito delle malattie rare e complesse”.
Per Carlo Milli, direttore amministrativo di Aoup e membro del Working Group degli ERN Hospital Manager creato dalla Commissione Europea: “il lavoro svolto dagli ERN è di straordinaria importanza. In particolare, lo studio portato avanti da ERN ReCONNET ha poi un valore speciale per l’Azienda per il suo ruolo di coordinatore e testimonia come il funzionamento della rete europea sia di stimolo al miglioramento continuo nelle attività di cura, ma anche di ricerca sulle malattie rare e complesse”.