Ai giovani non piace, già raccolte 50 mila firme.

FIRENZE – Tre referendum consecutivi falliti per lo stesso motivo: il mancato raggiungimento del quorum. È questo il destino che affligge gli strumenti di democrazia diretta in Italia. Negli ultimi trent’anni, infatti, solo 2 degli 11 referendum abrogativi promossi hanno superato la soglia del 50% più uno degli aventi diritto al voto, necessaria per rendere valido il risultato. L’ultimo successo risale al 2011.
Un dato che ha riacceso il dibattito sull’utilità di questa soglia. Tanto che all’indomani dell’ennesimo fallimento, è nato il comitato “Basta Quorum!”, promotore di una proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare per abolirlo. In appena ventiquattro ore la raccolta firme ha già superato 50 mila adesioni, di cui oltre il 51% da under 27.
Secondo i promotori, il quorum oggi rappresenta un ostacolo che trasforma l’astensione in un’arma per far fallire il voto. È il punto su cui insistono anche Elena e Francesca, due giovani studentesse fiorentine: «Togliere il quorum potrebbe incentivare le persone ad andare a votare. Oggi, non votare equivale di fatto a votare contro», spiegano. Più critica invece Luisa, pensionata, che vede il problema altrove: «Non è il quorum a tenere lontani gli elettori, ma la sfiducia nella politica. Chi ha voglia di partecipare, lo fa comunque. Togliere il quorum non sarebbe democratico: altrimenti rischiamo che una minoranza decida per tutti», osserva.
Simone Lombardi