Una dura “bacchettata” a Sanremo quella del musicista e direttore d’orchestra Simone Valeri: qui l’intervista.
PONSACCO – Simone Valeri, musicista e direttore d’orchestra di Ponsacco, intervistato da VTrend.it, esprime le sue considerazioni sul Festival di Sanremo:
dura la “bacchettata” nei confronti dello show musicale dopo il gran successo della prima puntata di ieri, 7 febbraio.
“Sarei molto cattivo – comincia, infatti, Valeri con amara ironia – siamo arrivati al punto in cui il mancato investimento sulla cultura comincia a rendersi evidente: è un problema che ci trasciniamo dietro dal secondo dopoguerra e le conseguenze si stanno adesso manifestando. Siamo andati in continuo decadimento.
Investire sulla cultura ci permetterebbe, infatti, di utilizzare qualsiasi tipo di personaggio ma le basi solide per farlo al momento non ci sono” – continua riferendosi ad alcuni volti vip alla conduzione ma anche ai tanti cantanti emersi dai social e dai loro canali YouTube.
“Ci sono persone che dedicano un’intera vita allo studio per poter cantare e suonare: non è giusto che Sanremo diventi solo un collettore di pubblicità. Questo show propone un modello che il pubblico rischia di percepire come reale quando, in realtà, non lo è affatto”.
Chiude con uno sguardo all’esperienza personale, a 50 anni ormai compiuti e tanti dei quali accompagnati dalla musica:
“Difficile per me commentare da musicista di lunga esperienza ma il punto è davvero molto grave: il nulla ci sovrasterà se non porremo presto rimedio. Sconcertante per me sapere che nella patria della musica, quale l’Italia, siamo arrivati a un punto come questo: Sanremo è l’espressione popolare e trash della musica in decadimento. Senza colpevolizzare i 13 milioni di spettatori che seguono il programma, credo che sia giusto divertirsi e scegliere programmi più ‘leggeri’ ma occorrerebbe farlo in modo molto più ricco sul piano culturale: poter dunque scegliere il trash, ma non che il trash diventi l’unica scelta”.
M.C.