Cade dal tetto mentre effettua una manutenzione: muore a 55 anni.
Incidente mortale sul lavoro a Ponsacco dove un 55enne è deceduto dopo essere caduto dal tetto di un centro distribuzione di Poste Italiane. La vittima è Valerio Beccaro, originario di Livorno, che si occupava di manutenzioni degli uffici.
L’uomo stava compiendo un sopralluogo sul tetto della struttura per verificare il motivo di qualche infiltrazione. All’improvviso, per cause che devono ancora essere chiarite del tutto, forse inciampando in qualcosa ha perso l’equilibrio ed è precipitato giù. Le organizzazioni sindacali regionali Cgil Slc, Cisl Slp e Uil poste parlano di “immane tragedia” ed esprimono “cordoglio e vicinanza alla famiglia”. Cordoglio, in una nota, anche dalla Cgil e Slc Cgil di Pisa che si dicono attonite “di fronte a questa ennesima morte sul lavoro”, “che riteniamo inaccettabile”.
Cgil e Slc Cgil di Pisa: “Abbiamo appreso dell’incidente mortale alla sede delle Poste di Ponsacco, nel quale ha perso la vita Valerio Beccaro, dipendente OP livornese del settore immobiliare di Poste, caduto dal tetto dell’edificio.
Innanzitutto ci stringiamo alla famiglia, alla quale esprimiamo tutta la nostra vicinanza. Le cause e le responsabilità dell’incidente saranno accertate nei prossimi giorni dalle autorità competenti, ma di fronte a questa ennesima morte sul lavoro restiamo attoniti.
Una immensa tragedia che riteniamo inaccettabile, purtroppo l’ennesima in un Paese che pare assuefarsi alle morti sul lavoro, e che riguarda sempre più anche la nostra Provincia. Segnali evidenti della necessità urgente di intervenire sui modelli organizzativi e sulla formazione in ogni settore e luogo di lavoro.
Come Sindacato insisteremo, con sempre maggiore determinazione, nel richiedere una più puntuale applicazione delle norme e di controlli continui ed efficaci da parte degli organi preposti, ma anche a sviluppare concretamente quella cultura della sicurezza di cui tanto si parla, ma per la quale non viene fatto abbastanza. Perché non si può e non si deve accettare, che ancora oggi, si debba morire di lavoro“.
Fonte: Cgil Toscana