PECCIOLI. Arriveranno presto nel cuore del centro storico di Peccioli. Sono una madre, un padre e i quattro loro figli.
Un’intera famiglia fuggita dall’Afghanistan, dal ritorno al potere dei talebani e da una crisi politica e umanitaria internazionale tra le più gravi degli ultimi anni. L’amministrazione comunale di Peccioli non ha atteso un attimo e, collaborando strettamente con Matteo Lami, presidente della cooperativa Il Cammino, che ha una lunga esperienza anche nel campo dell’accoglienza nel nostro territorio, coordinandosi con le autorità competenti, ha deciso di aprire le porte del suo borgo. E far iniziare una nuova vita alla famiglia salita su uno degli aerei della speranza che da Kabul l’ha portata in Italia.
«Dobbiamo aprire un discorso più ampio legato all’accoglienza e all’inclusione. I problemi legati ai Paesi come l’Afghanistan connessi a quello dell’integrazione sarà tema centrale anche nei prossimi anni – dice il sindaco di Peccioli, Renzo Macelloni -. Il nostro Comune e la nazione afghana sembrano mondi distanti ma, oggi più che mai, in un mondo interconnesso, gli effetti di crisi come quella che stiamo vedendo avranno ripercussioni importanti sull’economia internazionale, sulle future migrazioni ma anche sugli investimenti che potranno essere previsti a livello locale. E noi piccoli borghi non possiamo voltarci e fare finta di non vedere, dobbiamo dare un contributo di fronte a queste calamità umane».
La famiglia sarà ospitata in una casa che la cooperativa Il Cammino utilizza proprio per casi di questo genere. Per Peccioli, però, l’accoglienza non si dovrà limitare a garantire un tetto sicuro sopra la testa di queste persone fuggite dall’Afghanistan. «Come comunità dobbiamo essere vicini a queste persone, supportarle ma capire anche da loro il loro mondo, la loro cultura – dice ancora il sindaco -. Noi accogliamo con entusiasmo e salutiamo positivamente la loro presenza. Una presenza che include tre dimensioni: umana, culturale e politica. In un quadro di mutamenti migrazioni. Noi facciamo una scelta precisa e con la cooperativa Il Cammino stiamo lavorando da tempo per sviluppare un’accoglienza diffusa che non solo non ha creato problemi nel nostro territorio, ma ha arricchito culturalmente la nostra comunità».