PONTEDERA. L’odissea vissuta da Luigi Gariano portatore di handicap e Vice Presidente di A.S.HA, si è consumata in una calda sera di fine primavera alla stazione ferroviaria della città. Questo quanto riportato in un comunicato stampa che ci ha inviato:
“Rimasto ostaggio della stazione delle Ferrovie dello Stato. – titola Gariano – Succede che giovedì 17 giugno alle ore 22,00 sono rimasto bloccato alla stazione ferroviaria del comune di Pontedera. Sono partito con il treno da Bari nel pomeriggio ed il mio arrivo a Pontedera era previsto alle ore 22,15”.
“Era tutto organizzato: ho prenotato la corsa, pagato il biglietto, prenotato l’assistenza per la salita e la discesa dal treno alla Sala Blu. Sembrava che tutto andasse bene. Mia moglie – scrive Gariano – era venuta a prendermi alla stazione”.
“Nella tratta ferroviaria che porta da Firenze direzione Pisa, all’arrivo della stazione di Pontedera, dove sarei dovuto scendere, c’era l’assistenza che mi ha fatto scendere dal treno e mi ha comunicato che gli ascensori che mi avrebbero fatto arrivare (dal terzo binario dove si era fermato il treno) al primo binario e, che mi avrebbero portato verso l’uscita della stazione, erano fuori servizio. Sono così rimasto bloccato al terzo binario.
Il treno è rimasto fermo e all’interno dello stesso vi erano diversi passeggeri che avrebbero dovuto proseguire.”
“Per cercare di trovare una soluzione che mi permettesse di uscire dalla stazione, con l’operatore dell’assistenza, il capotreno, siamo rimasti fermi bloccati al terzo binario per quasi un’ora. Nonostante i vari tentativi e le telefonate degli operatori presenti, non c’è stata alcuna possibilità di riattivare gli ascensori che sono rimasti fuori servizio.”
“Come si evince dalla video-diretta – scrive Luigi Gariano – che ho fatto qui sulla mia pagina Facebook, (vedi) mi è stato proposto di attraversare i binari che mi avrebbero condotto dal terzo binario al primo, quindi verso l’uscita, ma visto il pericolo a cui sarei stato sottoposto e per la paura di rimanere bloccato con la carrozzina in mezzo ai binari del treno non ho accettato”.
“Allora, dopo ancora un po di tempo, mi hanno fatto risalire sul treno, siamo ripartiti per alcuni chilometri in direzione Cascina (Pisa) per poi ritornare indietro, direzione Pontedera. In quel momento il macchinista del treno ha potuto fare la manovra di scambio dei binari, per passare dal terzo al primo binario dove c’era mia moglie che mi aspettava e l’operatore addetto all’assistenza alla discesa del treno”.
Come tutti i passeggeri del treno, ho giustamente pagato il biglietto per viaggiare.
E’ stata una situazione che mia ha creato non pochi disagi, e perchè sono stato sottoposto contro la mia volontà ad un regime di fermo e perché la mia libertà di movimento e di mobilità è stata limitata da altri”.
“Non ci sono parole per descrivere quanto è accaduto. Ogni singolo individuo deve essere libero di poter scegliere, di potersi muovere e decidere cosa è giusto e cosa non è giusto per la sua vita”.
“Sono stato prevaricato, non ho avuto alcuna possibilità di scelta, se non subire quanto altri hanno deciso per me. Non è in dubbio la disponibilità del capotreno a voler cercare di risolvere una situazione quantomeno imbarazzante.
Rimane l’atto discriminatorio che ho subito e le azioni forzate a cui mi sono dovuto sottomettere”.
“Dispiace ricordare che quanto è accaduto al sottoscritto (e non è la prima volta) succede continuamente ad altre persone con disabilità ma tutto ciò pare la normalità”.
“Le persone con disabilità sono una minoranza, la minoranza delle minoranze che in questo Paese “idilliaco” più di altri subisce, la più sottoposta al volere degli altri.
La minoranza che più è sottoposta ad un sistema di negazione dei diritti umani.
Tutti sanno, tutti conoscono, ma nessuno riconosce uguali diritti, pari dignità tra persone, eppure il diritto alla mobilità, la libertà di movimento sono riposti negli articoli dei diritti universali dell’uomo. Parole al vento che politica e varie istituzioni commemoreranno al prossimo evento con tanto di fascia tricolore. Parole”.
“Con la triste consapevolezza che non basterà e che questi episodi di discriminazione per le persone con disabilità continueranno, denuncerò alle autorità competenti quanto è accaduto.
I responsabili avranno pure un nome ed un cognome” – conclude Luigi Gariano.
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