TOSCANA. Ancora poche ore al suono della prima campanella per (quasi) tutte le scuole d’Italia. Si parte domani, ma le incertezze sono ancora molte per studenti, genitori, insegnanti e operatori scolastici.
La pandemia da Covid-19 infatti imporrà una serie di rigide norme da seguire. Superata la fase mascherina sì o no (è stato deciso che dovrà essere portata dagli alunni e le alunne dai 6 anni in su), si è aperta una nuova rosa di domande. I genitori, in particolare, si interrogano sul comportamento da tenere nel caso in cui i propri figli manifestino sintomi come febbre, tosse o raffreddore. Per fare chiarezza, sul proprio sito, il Ministero della Salute ha fornito delle risposte ai quesiti più comuni, che riassumiamo qua di seguito:
Quali azioni vanno intraprese se un alunno a scuola manifesta sintomi riferibili a Covid-19?
Le indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di Sars-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia (messe a punto da ISS, Ministero della Salute, Ministero dell’Istruzione, INAIL, Fondazione Bruno Kessler, Regione Veneto e Regione Emilia-Romagna) prevedono, nel caso in cui un alunno presenti un aumento della temperatura corporea al di sopra di 37,5°C o un sintomo compatibile con COVID-19 in ambito scolastico, le seguenti misure: 1) informare subito il referente scolastico per Covid-19; 2) avvisare subito i genitori dell’alunno; 3) ospitare l’alunno in un’area apposita, in compagnia di un adulto che indossi una mascherina chirurgica; 4) far indossare una mascherina chirurgica all’alunno se ha un’età superiore ai sei anni e se la tollera; 5) il personale scolastico potrà procedere all’eventuale rilevazione della temperatura corporea mediante l’uso di termometri che non prevedono il contatto.
Che cosa fare una volta riportato l’alunno/a a casa?
La scuola dovrà pulire e disinfettare le superfici della stanza o area di isolamento dopo che l’alunno sintomatico è tornato a casa. Una volta riportato il figlio/a a casa i genitori devono contattare il Pediatra di libera scelta (PLS) o il Medico di medicina generale (MMG), che dopo avere valutato la situazione, deciderà se è necessario contattare il Dipartimento di prevenzione (DdP) per l’esecuzione del tampone.
Cosa accade ai compagni di classe di un alunno che risulta Covid-19 positivo?
Quando un alunno risulta positivo al test per SARS-CoV-2, il Dipartimento di Prevenzione notifica il caso e si avviano la ricerca dei contatti e le azioni di sanificazione straordinaria della struttura scolastica nella sua parte interessata. Il referente scolastico COVID-19 deve fornire al Dipartimento di Prevenzione l’elenco dei compagni di classe nonché degli insegnanti del caso confermato che vi sono stati a contatto nelle 48 ore precedenti l’insorgenza dei sintomi. I contatti stretti individuati dal Dipartimento di Prevenzione con le consuete attività di contact tracing saranno posti in quarantena per 14 giorni dalla data dell’ultimo contatto con il caso confermato. Il Dipartimento di Prevenzione deciderà la strategia più adatta circa eventuali screening al personale scolastico e agli alunni.
Quando un alunno risultato positivo al test per SARS-CoV-2 potrà rientrare a scuola?
Per il rientro in comunità bisognerà attendere la guarigione clinica (cioè la totale assenza di sintomi). La conferma di avvenuta guarigione prevede l’effettuazione di due tamponi a distanza di 24 ore l’uno dall’altro. Se entrambi i tamponi risulteranno negativi la persona potrà definirsi guarita, altrimenti proseguirà l’isolamento.
Se un alunno che ha manifestato sintomi compatibili con Covid-19 risulta poi negativo al tampone, potrà rientrare a scuola subito?
Se il tampone naso-oro faringeo è negativo in paziente sospetto per infezione da SARS-CoV-2, a giudizio del pediatra o medico curante, si ripete il test a distanza di 2-3 giorno. Il soggetto deve comunque restare a casa fino a guarigione clinica e a conferma negativa del secondo test.