CASTELFRANCO. Come già riportato questa mattina, all’alba di questa mattina la Polizia di Stato ha dato esecuzione ad una ordinanza di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Pisa nei confronti di Lupino Francesco.
L’uomo è il presunto autore dell’omicidio di Novak Krystyna, la ragazza di nazionalità Ucraina di cui era stata denunciata la scomparsa alla Polizia di Stato in data 9 novembre 2020, dopo nove giorni in cui non dava più notizie di sé a familiari ed amici.
L’indagine, defatigante ed in salita sin dai primordi a causa del gap temporale tra la scomparsa della ragazza e il primo intervento, che la Procura e gli investigatori della Squadra Mobile di Pisa, del Servizio Centrale Operativo di Roma e della Polizia scientifica di Firenze e Roma hanno cercato di colmare attraverso una cospicua attività investigativa, ha portato all’acquisizione di gravi indizi di reato proprio nei confronti del vicino di casa della ragazza, socio negli affari criminali del compagno della vittima Gonzalez Airam Negrim.
La vicenda che porterà al tragico epilogo dell’uccisione della giovane ragazza, parte proprio dal momento dell’arresto del compagno spagnolo, noto imprenditore locale nel settore dei pellami. Ed infatti l’uomo, la sera del 31 ottobre 2020, viene tratto in arresto proprio a seguito di una “soffiata” fatta dal Lupino Francesco alla Polizia di Pontedera che, su segnalazione dello stesso, coglie il Gonzalez al suo rientro da una gita con la Novak e con il figlio di lui minore e lo sottopone a perquisizione, trovandolo in possesso nell’abitazione di due pistole e di sostanza stupefacente.
Ciò che è emerso dal prosieguo delle indagini riguardanti tanto quel procedimento, quanto il procedimento aperto a seguito della scomparsa della ragazza è che, a mettere nella disponibilità di quelle armi e di quelle sostanze il Gonzalez, era stato il Lupino stesso, due giorni prima al suo arresto. Che il Gonzalez fosse stato coinvolto dal Lupino nei suoi affari criminali è emerso dalle dichiarazioni dello spagnolo, suffragate dall’esame forense delle chat contenute nel cellulare in uso allo stesso.
Il motivo di questa delazione operata dal Lupino nei confronti del socio, deriverebbe da un alterco avvenuto tra i due vicini due giorni prima all’arresto del Gonzalez, determinato dalla volontà del Gonzalez, su espressa richiesta della Novak, di tirarsi fuori dal giro di affari criminali di compravendita di droga in cui era stato coinvolto dal Lupino, oltre che per esaudire il desiderio della compagna, anche perché lo spagnolo si era reso conto che il Lupino sottraeva di nascosto delle somme di denaro dai comuni incassi illeciti.
Il Lupino, oltre ad essere il vicino di casa, era anche affittuario del Gonzalez e proprio nell’ambito di quel litigio, il Gonzalez avrebbe intimato anche il rilascio dell’immobile. In tutta risposta il Lupino stesso avrebbe minacciato lo spagnolo con una pistola semiautomatica marca Tanfoglio, illegalmente detenuta dal medesimo che l’uomo abitualmente portava con sé.
Per chiudere il rapporto criminale e far rientrare dall’investimento iniziale il Gonzalez, il Lupino quel giorno avrebbe consegnato al Gonzalez proprio la droga e le due pistole, che poi sarebbero state trovate nell’ambito della perquisizione e del conseguente arresto dello spagnolo la sera del 31 ottobre 2020.
La sera del 31 ottobre 2020 Krythina Novak, fa rientro dal commissariato a seguito dell’arresto del compagno con il figlio del Gonzalez, riaccompagnata dalla madre di quest’ultimo e viene lasciata presso l’abitazione intorno alle 22.30.
Secondo la ricostruzione storica, avvenuta attraverso tanto l’esecuzione dell’esame forense dell’I cloud della vittima quanto l’escussione di diversi testimoni tra le amiche dell vittima, nella la mattina dell’1.1.2020 la ragazza ha comunicato normalmente con famigliari e amici, ha dialogato telefonicamente tramite chiamata Whatsapp con un’amica di nome Julia, residente in Ucraina, raccontandole l’arresto del compagno avvenuto il giorno prima, manifestandole il suo dispiacere, ha chattato con altre sue amiche via instagram. Durante la telefonata con Julia, intorno alle ore 9.30 del mattino dell’1.11.2020, la Novak ha ricevuto una chiamata al citofono dell’abitazione di via delle Fontine 62, da parte di Lupino Francesco, che si era recato presso l’abitazione per avere sue notizie e per sapere se avesse bisogno di qualcosa. In quella circostanza la ragazza si affacciò e vedendo che si trattava del Lupino, prima gli riferì che non aveva bisogno di niente e poi, data l’insistenza dello stesso nel presentare questa richiesta di disponibilità, la Novak avrebbe fatto un gesto come per mandarlo “a quel paese”. Alla scena ha assistito anche un’altra vicina di casa, che ha notato il Lupino a seguito del gesto andare via in maniera nervosa, sgommando con la macchina.
Il pomeriggio e la sera dell’1.11.2020 Krystyna lo trascorre, in maniera ordinaria: chatta con le amiche, seppure in maniera sconsolata per l’episodio occorso al compagno, si sente nuovamente con l’amica Julia alla quale riferisce di voler restare a casa ad aspettare il rientro del fidanzato Airam anche perché un poliziotto, all’atto dell’arresto, l’aveva rassicurata che, dato lo stato di incensuratezza del compagno, questi sarebbe uscito di galera nel giro di un paio di giorni al massimo. Fiduciosa, aveva manifestato l’intento di aspettarlo a casa. La sera, dopo questa conversazione avvenuta intorno alle ore 22.00 ora italiana, la ragazza avrebbe ricercato tramite il cellulare su google un film d’amore alle ore 22.35, nel probabile intento di guardarlo.
Da quel momento, non si hanno più notizie di altre attività compiute attraverso il cellulare della Novak, che la mattina del 2 alle ore 8.44, smette di riprodurre segnale, sino alle ore 9.41 del 3.11.2020, quando dopo aver agganciato alcune celle si spegne definitivamente alle 9.55. Preoccupata dall’Ucraina per la mancanza di contatti con la ragazza, la madre di Krystyna, chiede a delle connazionali di andare a cercare la figlia per capire se le fosse capitato qualcosa. Le ragazze vanno in corte Nardi in due occasioni quel giorno e, dopo aver ripetutamente chiamato la ragazza, hanno scavalcato il cancello. Sono entrate dall’ingresso posteriore, che hanno trovato aperto e con una chiave inserita dal lato esterno della porta. All’interno dell’abitazione non hanno trovato la loro connazionale, ma soltanto il cagnolino dalla quale la ragazza non si separava mai. Dopo avere cercato Krystyna inutilmente, hanno riscavalcato il cancello, portando via il piccolo Kasper.
Dopo questo passaggio è giunta nell’abitazione a casa la ex moglie del Gonzalez, giorno 4 novembre 2020, nell’intento di prendere degli effetti personali per l’ex marito detenuto. Non ha trovato nemmeno lei la ragazza in casa, ha preso gli effetti personali dell’ex marito ed è andata via. A seguito della denuncia presentata giorno 9 da un avvocato incaricato dalla Novak, la Polizia effettua un primo sopralluogo. All’interno della casa, seppur sporca, appare in ordine, vengono rinvenuti su un mobiletto le chiavi di casa della Novak, le chiavi dell’autovettura del Gonzalez, e in una borsa tutti i documenti di identità della ragazza.
Apparendo insolita la presenza dei documenti all’interno dell’abitazione ed incompatibile rispetto ad un plausibile allontanamento volontario della ragazza, vengono immediatamente avviate le indagini, la Procura apre un fascicolo per sequestro di persona.
Le indagini vengono avviate a 360 gradi e non vengono risparmiate risorse, umane e strumentali. Iniziano le ricerche di protezione civile e si passano al setaccio gli ambienti attigui al Gonzalez e alla Novak: il locale, dove la Novak lavorava e dove aveva conosciuto il Gonzalez, le connazionali ucraine, il vicinato.
Ad offrire un importante contributo investigativo e di elevata collaborazione alle indagini è stato, sin da subito, lo stesso Gonzalez che, interrogato più volte in carcere, ha sempre fornito informazioni coerenti successivamente riscontrate. Appreso della scomparsa della compagna, l’uomo si è subito messo a disposizione degli investigatori, raccontando dei rapporti con i vicini e con chi potesse avere avuto motivo di rancore verso la ragazza e la coppia.
Ha narrato dei rapporti con Lupino Francesco del rapporto iniziato a febbraio del 2020, prima tra meri locatori e conduttori di immobili, poi, approfittando di una storia finita male tra il Gonzalez ed un’altra ex fidanzata a luglio del 2020 , il Lupino è entrato progressivamente a far sempre più parte della vita dello spagnolo, fino alla proposta, fatta dal fiorentino, di entrare nel business dell’illecito. Il Lupino infatti annovera precedenti condanne anche in materia di traffico internazionale di sostanze stupefacenti, oltre che per lesioni e maltrattamenti nei confronti della ex moglie. Viene descritto come un tipo violento, che ha disponibilità di armi da fuoco e che, con una pistola che porta quasi sempre con sé, avrebbe anche ammazzato, a luglio del 2020, uno dei cani del Gonzalez sparandolo alla testa, scena alla quale avrebbe assistito anche la stessa ex compagna del Gonzalez.
Il Lupino per il Gonzalez era un uomo che nutriva elevato rancore nei suoi confronti, ma anche nei confronti di Krystyna che, come nuova compagna, era entrata dall’agosto del 2020 nella vita di Airam. Dopo quasi due mesi di convivenza Krystyna, che da convivente di Gonzalez era a conoscenza dei traffici illeciti tra il compagno e il Lupino, non vedeva di buon’occhio quest’ultimo, al punto da convincere il Gonzalez ad uscire fuori da quei traffici.
Il Lupino, secondo quanto riferito dal Gonzalez e riscontrato nelle chat whatsapp, aveva disponibilità delle chiavi della villa dello spagnolo, dove si svolgevano i traffici illeciti. La attività condotte dagli investigatori della Squadra Mobile di Pisa sono state direzionate al riscontro delle narrazioni fornite dal Gonzalez e, con l’ausilio del Servizio Centrale Operativo e della Polizia Scientifica di Firenze e Roma, nonché dei consulenti balistici e informatici nominati dal pubblico Ministero, all’analisi dei dati tecnici e scientifici.
Sono stati effettuati dei sopralluoghi dell’abitazione, uno dei quali anche con lo stesso Gonzalez in regime di detenzione, è stato dissotterrato il cane dello spagnolo, dichiaratamente giustiziato dal Lupino con un colpo di pistola alla testa nella cui carcassa è stata rinvenuta un’ogiva.
L’esame dell’abitazione, che in apparenza sembrava non comunicativa di un compiuto delitto, attraverso esami strumentali condotti dal Servizio Polizia Scientifica di Firenze e di Roma, mediante esaltazioni di tracce latenti, ha rivelato la presenza di evidenti tracce di cancellazioni di sostanza ematica dalle pareti del corridoio di ingresso della porta posteriore. Sono state trovate nascoste al di sotto del cardine dello stipite della porta posteriore tracce di sostanza ematica e, sulle in diverse punti del corridoio, tracce biologiche riconducibili al DNA di Krystyna Novak, proprio nei punti in cui si evidenziavano le cancellature di tracce. Sempre in quel punto del corridoio grazie al compagno della vittima, è stata rilevata l’assenza di uno zerbino proprio da quell’ingresso ed è stata poi trovata una scalfittura nel muro con all’interno un frammento metallico. L’analisi merceologica condotta su questo oggetto ha portato a definire questa sostanza metallica trovata all’interno come una lega composita di piombo rame e zinco.
Il frammento è stato posto in comparazione con il proiettile estratto dal cane del Gonzalez, secondo le dichiarazioni di lui confermate dalla ex fidanzata, ucciso dal Lupino con una pistola marca Tanfoglio. Il confronto, effettuato nei laboratori della Polizia Scientifica di Roma, ha portato a concludere sull’elevata compatibilità di quel materiale con l’impatto di un proiettile del tipo rinvenuto all’interno del cane. Nel luogo dell’uccisione del cane è stato ritrovato un bossolo che, analizzato dal consulente balistico nominato dal P.M., per caratteristiche e segni risulta espulso da una pistola a canna oscillante, tipica della Tanfoglio.
Del fatto che il Lupino avesse nella disponibilità proprio quella pistola è stato accertato, oltre che dalle dichiarazioni rese dal Gonzalez e da un altro testimone conoscente del Lupino, da una immagine scattata ad agosto del 2020 con il cellulare del Lupino e trovata all’interno dello stesso, nella quale viene immortalata la figlia di 9 anni del Lupino che, mentre si trova nell’atrio di casa, tiene in pugno in fase di puntamento ciò che appare distintamente essere una Tanfoglio Limited.
Stante la meticolosità del quadro indiziario raccolto, e della pressoché accertata dipartita della Novak, è stata posta sotto la lente di ingrandimento la posizione di Lupino Francesco, con particolare riferimento alla condotta tenuta nei giorni in cui sarebbe stato commesso l’omicidio e nei giorni successivi.
Il Lupino e la compagna, sin dalle fasi preliminari delle attività di indagine condotte nel territorio di Orentano, avrebbero posto in essere delle attività volte a sviare le indagini. Al fine di allontanare i sospetti, hanno fornito delle versioni su come hanno trascorso quei giorni, successivamente sconfessate dagli approfondimenti investigativi svolti. In primo luogo, i conviventi hanno dichiarato di essere sempre stati insieme in quei tre giorni e di aver condotto delle giornate ordinarie, evidenziando che la coppia avrebbe l’abitudine di stare sempre insieme e di non separarsi mai. In realtà, dall’esame dei cellulari della coppia è emerso come, già dalla sera dell’uno, le cose fossero andate diversamente da quanto narrato. In realtà, giova evidenziare che il Lupino ha cancellato per intero la chat con la compagna e che tale operazione sarebbe avvenuta tra la sera dell’1 e la sera del 3 novembre 2020. Analizzando la chat con la compagna, è emerso come ci fosse un messaggio inviato alle ore 20.34 e letto alle ore 20.54 dal Lupino, sintomo del fatto che i due potessero non essere assieme in quell’orario.
Analizzando il cellulare del Lupino in comparazione con il cellulare della Novak, gli stessi appaiono agganciare celle compatibili con l’area di Corte Nardi, nell’orario in cui è stato commesso il delitto, da ricondursi tra la sera del primo novembre e la notte del due novembre 2020.
Analogamente, le dichiarazioni dei due risultano contraddette anche con riferimento a quanto successo la sera del due e la notte del 3 novembre 2020. Ed infatti, tra Lupino e la compagna, ma anche con il figlio risultano diverse interazioni telefoniche via Whatsapp, ma anche di traffico voce, a dimostrazione che Lupino Francesco, tra le ore 23.15 del 2 e l’1.15 del 3 l’uomo non era assieme al proprio nucleo familiare così come dichiarato.
Ma l’elemento che ha destato maggior interesse investigativo in termini di indiziarietà nei confronti del Lupino Francesco è quanto ricostruito la mattina del 3 novembre 2020. La coppia, che nella vita svolge la professione di tatuatori in un annesso prospiciente alla propria abitazione, ha dichiarato che la mattina del 3 novembre avrebbero realizzato un tatuaggio ad un ragazzo, che sarebbero andati insieme a tatuarlo e che dopo, per dichiarazione della compagna, il Lupino lo avrebbe tatuato. Gli investigatori sono arrivati all’identità del soggetto e, sentito a sommarie informazioni, il cliente ha riferito di essere stato accompagnato nello studio di tatuaggi dalla coppia intorno alle 9 e un quarto del tre, ma che poi ad effettuare il tatuaggio sarebbe stata la compagna del Lupino e non già il Lupino come pattuito. Mentre la compagna era impegnata a fare il tatuaggio, il cliente avrebbe notato il Lupino portare via dei sacchi neri dalla propria abitazione in direzione del luogo ove aveva parcheggiato la macchina, per poi rivederlo tornare intorno alle ore 11.
La fascia oraria è particolarmente cruciale, perché è il momento nel quale il cellulare della Novak, il cui segnale appare assente dai tabulati da circa 25 ore, torna ad esprimere traffico di cella. Dopo circa 7 minuti da quell’accensione, di converso il cellulare di Lupino smette di produrre traffico, mentre quello della Novak, dopo un minuto, inizia ad agganciare varie celle, anche non compatibili con la corte, per poi tornare a spegnersi.
Al fine di verificare i transiti di quei minuti, sono state analizzate le immagini di due telecamere di videosorveglianza collocate nel Comune di Orentano, una collocata ad un quadrivio ad 1,63 km dall’abitazione del Lupino ed una nel centro d’Orentano. Entrambe immortalano il passaggio di un Fiat Freemont bianco compatibile per caratteristiche ed optionals con quello di proprietà ed in uso al Lupino con a bordo alla guida un soggetto di sesso maschile abbigliato così come era stato descritto il Lupino dal cliente.
Ponendo in comparazione il traffico di cella del cellulare della Novak con il transito di quel mezzo ripreso dalla telecamera, è emersa una compatibilità tra la cella agganciata dalla Novak e l’itinerario percorso da quel veicolo.
L’intento del Lupino, secondo quanto ricostruito nelle indagini, e confermato dal Gip, sarebbe stato quello di attuare un depistaggio finalizzato a simulare l’allontanamento volontario della ragazza, così come confermato indirettamente da una intercettazione ambientale nella quale, parlando con un vicino di casa, il Lupino afferma di come avrebbe dovuto gestire il cellulare la Novak per far perdere le proprie tracce nel caso di una ipotetica fuga. Sempre nell’ambito di un’altra intercettazione, il Lupino parla con la compagna su come organizzare la propria difesa, dicendo che deve essere costruita prima, in previsione che possa succedere qualcosa, alludendo evidentemente alla possibilità di essere incriminato e tratto in arresto.
Questi elementi insieme ad altri, sin qui raccolti, hanno portato a concludere sulla sussistenza di gravi indizi di reato nei confronti del Lupino che, secondo la ricostruzione investigativa sposata dal Gip, avrebbe ucciso la Novak tra la sera dell’1 e la notte del due utilizzando la pistola di cui ne è stata dimostrata la detenzione , il fatto sarebbe avvenuto all’interno dell’abitazione del Gonzalez, per poi sopprimere il cadavere e cancellare (non completamente) le tracce del delitto tra la sera stessa e la sera successiva (quella tra il due e il tre) e, al fine di attuare un depistaggio per simulare l’allontanamento volontario della stessa, avrebbe ultimato il suo piano simulando l’allontanamento della Novak utilizzando il cellulare della stessa, per depistare e così indirizzare le indagini definitivamente verso un allontanamento volontario della ragazza.