Ritorna a Montopoli in Val d’Arno l’arte antica del contastorie che utilizzando il ritmo e la capacità di affascinare narrando, con l’aiuto scenografico del telo illustrato, farà entrare lo spettatore nel magico mondo della fiaba e del racconto.
Sabato 28 dicembre il teatro monsignor Terreni di Capanne, a Montopoli in val d’Arno, ospiterà uno spettacolo di cantastorie che avrà come protagonista il burattino Pinocchio. L’appuntamento è sabato 28 dicembre alle 16.30 con lo spettacolo di Terzostudio. L’ingresso è gratuito. L’iniziativa si inserisce in un ricco calendari di aventi per grandi e piccini organizzati a Montopoli durante le festività natalizie.
Una forma teatrale questa, nella quale Alessandro Gigli è divenuto maestro, sapendo coniugare i vari e differenti registri espressivi dalla drammatizzazione fino alla forma del ‘cuntu’. Solido e stralunato attore, grande affabulatore, capace di far apparire, per magia, le più incredibili visioni, fidando tutto sulla capacità evocativa della parola.
Il telo attorno al quale ruota lo spettacolo è quello de “Le avventure di Pinocchio” da Collodi, un testo che Gigli conosce in ogni sua più piccola sfumatura e dettaglio (autore tra l’altro di altri spettacoli “Le paure di Pinocchio”, “La casa di Pinocchio”, “La fame di Pinocchio”). L’affabulazione è rotta dallo spazio di Mangiafuoco e dallo ‘spettacolo nello spettacolo’ che si farà in baracca, con una storia semplicissima di amori contesi, di lotte furibonde, sfide terribili, lieto fine. Una storia perfetta nel ritmo, nei tempi di apparizione/sparizione, nell’alternarsi di rincorse e bastonate, tutti elementi che sono poi l’essenza dei burattini in baracca.
IL PREMIO: Alessandro Gigli ha ottenuto il premio “Torototela” 2009 della Regione Piemonte con la seguente motivazione:
“ (…) Contastorie insuperabile, maestro nell’animazione di burattini e oggetti, dotato di una sensibilità e di un’intelligenza teatrale fuori dal comune, è capace di fare poesia affettando una cipolla, conquistando qualsiasi tipo di pubblico in qualsiasi circostanza. Uomo schivo e spigoloso fuori dalla scena, ha impresso la sua stessa vita nei quadri dei suoi cartelloni, confondendosi con i suoi indimenticabili e paradossali personaggi.”