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Arpa D’Estate 6 Luglio Pisa, alla dottoressa Gioia il Premio Franco Mosca ’24

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PISA. Durante la serata, un momento emozionante sarà dedicato alla consegna del Premio “Franco Mosca”, alla memoria del fondatore di Arpa. 

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Arpa D’Estate, l’evento musicale a scopo benefico organizzato dalla Fondazione Arpa (il cui presidente è il professor Luca Morelli), giunto alla quarta edizione, si candida ad essere un trionfo di musica, emozioni e solidarietà. La serata si svolgerà Sabato 6 Luglio, presso il Giardino Scotto di Pisa che si trasformerà in un autentico palcoscenico di talenti, sotto la sapiente direzione artistica di Renato Raimo, che ne è anche l’ideatore, regista e conduttore. Alle 21.30 inizierà lo spettacolo, impreziosito dalla presenza di artisti di livello nazionale ed internazionale. Per la prima volta, quest’anno sarà presentato il Premio Arpa d’Estate, un riconoscimento per i giovani talenti. Durante la serata, un momento emozionante sarà dedicato alla consegna del Premio “Franco Mosca”, alla memoria del fondatore di Arpa. 

Il Premio “Franco Mosca” viene conferito a persone o personalità che, con il proprio impegno quotidiano, abbiano dimostrato di condividere con la Fondazione valori e motivazioni e che, incarnandone lo spirito in modo esemplare, abbiano contribuito a promuovere e diffondere tali valori nella società. Questo prestigioso riconoscimento rappresenta un attestato di stima e gratitudine verso coloro che, giorno dopo giorno, mettono al centro del loro operato la cura e il benessere delle persone. Quest’anno, come riferito dal professor Luca Morelli a VTrend, il Premio verrà consegnato alla dottoressa Angela Gioia, responsabile della unità funzionale cure palliative e hospice di Pisa, nominata Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana per tutte le “attività svolte a fini sociali, filantropici ed umanitari.“. Gioia ricopre anche l’incarico di direttore dell’Unità Operativa di Terapia del Dolore e Cure Supportive ed è project manager del percorso aziendale dedicato ai pazienti affetti dal sclerosi laterale amiotrofica.

Con questo gesto simbolico la Fondazione Arpa, in piena continuità con quanto svolto dal Professor Mosca nei decenni nei quali l’ha guidata, fornendo esempi luminosi cui ispirarsi, confida di stimolare e coinvolgere sempre più giovani a diventare protagonisti nella cura e nell’attenzione rivolta a chi è meno fortunato. 

La medicina di cure palliative è un lavoro di estrema sensibilità e preparazione professionale, ancora oggi non debitamente conosciuta. La specializzazione nasce nel 2013 con il riconoscimento dell’equipollenza di alcuni percorsi di specializzazione universitaria. In sostanza, un medico poteva fare il concorso di cure palliative se aveva una specializzazione equipollente come anestesia e rianimazione, oncologia, radioterapia, medicina interna…racconta la dottoressa Gioia a VTrendo il riconoscimento regionale di un percorso professionalizzante on the job.  Solo nel 2021 il MIUR ha istituito un percorso di studi dedicato a tale specializzazione (Scuola di specializzazione in medicina e cure palliative, ndr). A mio avviso comunque, non basta la specializzazione. Bisogna approfondire tanti aspetti del mondo delle cure palliative, alcuni di tipo professionale (c’è necessità di conoscere tantissimi farmaci per rispondere ai bisogni delle persone) e altri di tipo relazionale. Queste competenze devono essere coltivate. La comunicazione, verbale e non verbale, è fondamentale ed è uno dei cardini della relazione di cura col paziente per riconoscere anche il  bisogno di supporto psicologico della persona. Infatti come dice Spinsanti le cure palliative ‘vogliono coprire il malato nella sua interezza, comprendendo la sua  dimensione fisica e quella psicologica, ma anche spirituale e sociale,  e sono da intendersi non solo come terapia del dolore, trattamento efficace dei sintomi, ma come medicina che permette a ciascuno di modellare la cura in armonia con la proprio concezione di vita (e di morte)’“.

“Una delle caratteristiche più importanti di questo lavoro è quella di amare la vita, cercare la bellezza in ogni momento, in ogni istante, anche quando questa è offuscata dalla sofferenza. – spiega Gioia – Il percorso serve non solo alla persona malata, ma anche ai suoi cari. Ritengo che le cure palliative possano offrire un tempo prezioso, possano rendere questo tempo ancora più prezioso nella libertà che ognuno ha di viverlo, di recuperare ricordi di un tempo passato che diventano significanti del presente“.

Questo è un aspetto che mi hanno insegnato le persone che ho incontrato durante la mia crescita professionale. Ci sono momenti in cui davvero si riesce a sentirsi preziosi per l’altro. Il momento dell’incontro con un amico, un familiare, il momento di una riconciliazione, (per esempio) devono essere valorizzati. Ci sono percorsi di cura più o meno lunghi, relazioni di cura che cambiano anche noi sanitari. Le priorità vengono capovolte: si tratta di dare valore alla vita privilegiando la qualità del tempo che resta da vivere, si tratta di attribuire più importanza all’’essere’ che al ‘fare’. Questo è fondamentale nel nostro lavorocontinua GioiaOvviamente, dobbiamo avere i piedi ben piantati per terra perché conosciamo il momento che stiamo vivendo e che condividiamo con le ‘persone’,  sia i pazienti che i familiari…“.

La conoscenza del professor Mosca è stato un momento importante della mia vita. L’ho conosciuto sia dal punto di vista professionale mentre mi occupavo di anestesia e rianimazione perché facevo parte dell’equipe nel momento in cui abbiamo iniziato a percorrere la strada dei trapianti (ricordo l’entusiasmo, la fatica e la determinazione).  Successivamente nei primi anni del mio lavoro in Hospice un giorno, il professor Mosca, convocandomi nel suo ufficio mi disse: ‘Angela, mi sono da sempre occupato dei malati, lottando per la loro vita, con la chirurgia ho vinto tante battaglie, ma nel percorso di malattia non sempre è possibile vincere, perciò è importante che il medico sia vicino alle persone, continuando ad offrire il miglior supporto possibile. E questo vorrei farlo oggi in hospice’ infatti grazie al Professore e a Fondazione ARPA, in ricordo di Amos Martellacci, persona cara al M°  Andrea Bocelli, è iniziato nel 2011 il progetto ‘I pomeriggi musicali in Hospice’ insieme a fondazione Teatro Verdi, grazie all’encomiabile organizzazione della prof.ssa Rosanna Prato con l’accompagnamento di tanti amici del professore e della scuola di musica ‘Il Pentagramma’. La musica non è solo ascolto, quanto piuttosto un abbraccio delicato che si realizza muovendo ricordi e rievocazioni, aprendo il cuore alle emozioni dei suoni e dei colori. In altre parolespiega Gioia  ho conosciuto la parte scientifica, la grandezza del ricercatore e del chirurgo che ha cambiato la storia della medicina, ma ho conosciuto anche la tenerezza, la sensibilità  dell’uomo e del medico che  si pone a fianco della persona“.

 Se non avessi avuto la fiducia dei miei direttori come la Dott.ssa Maria Letizia Casani (Direttrice Generale dell’Azienda USL Toscana nord ovest) ora non sarei qui. Ricevere questo premio non vuol dire essere Angela Gioia, bensì un gruppo di persone che hanno lavorato insieme. La cosa bella è condividere lo scopo di questo lavoro.sottolinea GioiaDesidero che questo riconoscimento vada a tutti quelli che  hanno creduto  in me, oltre la Direttrice Dott.ssa Casani, il Dott. Giuseppe Cecchi, la Dott.ssa Cristina Laddaga (Direttrice della Società della Salute di Pisa), e a quanti lavorano con me, ai colleghi medici,  infermieri, psicologhe, fisioterapista e OSS. Ma anche agli assistenti sociali e soprattutto alle associazioni di volontariato: l’Associazione Cure Palliative Pisa Il Mandorlo, l’Associazione Oncologica Pisana Piero Trivella, Non più sola, Amici di Antonella (ADA)… Questo riconoscimento è frutto del lavoro di un gruppo di persone determinate a fare quanto più possibile sul territorio per migliorare la vita ai pazienti ed alle loro famiglie“. 

Quando ho saputo che avrei ricevuto questo Premio mi sono commossa. Lo accolgo con l’anima piena di gratitudine per quello che il professor Mosca è stato per me.conclude GioiaSono grata alla vita e ai miei genitori che mi hanno insegnato i valori della fatica, trasparenza e correttezza“.

CV ANGELA GOIA, ISTRUZIONE E FORMAZIONE 

Laurea in Medicina e Chirurgia
Specializzazione in Anestesia, Rianimazione e Terapia Antalgica
Master II Livello in Cure palliative e Terapia del dolore
Medicina Tradizionale Cinese – Centro Studi So-Wen (MI)

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