“Il mare vince sempre e perciò va rispettato”: intervista a Eva Giuliani, campionessa mondiale di nuoto in acque libere del circuito Oceanman, tecnico-sanitario di laboratorio biomedico in Aoup”
Riportiamo integralmente un’intervista resa pubblica da AOUP scritta da Emanuela Del Mauro: “Il mare è sempre stato il mio elemento naturale, fin da quando ero piccolissima però non bisogna mai dimenticare di averne un grande rispetto, perché vince sempre lui“.
Stavolta però ha vinto lei, conquistando il podio più alto nei campionati mondiali di nuoto in acque libere del circuito Oceanman tenutisi in Thailandia a Phuket il 2 dicembre scorso. È Eva Giuliani (nella foto), tecnico sanitario di laboratorio biomedico in forza nelle strutture di Microbiologia e Virologia dell’Aoup, livornese di 35 anni che, a inizio mese, si è laureata campionessa mondiale nella gara internazionale di nuoto in mare aperto su un percorso di 5 km, conquistando il primo posto dopo che l’anno scorso era arrivata seconda nelle acque dell’isola di Creta.
Mari cristallini e scenari incontaminati quelli dove gareggia, che riempiono i suoi occhi anche quando poi lavora sotto cappa in laboratorio e fa i suoi turni di lavoro, un lavoro che ama almeno quanto lo sport che pratica sin dall’età di 6 anni. Le abbiamo fatto una breve intervista al suo rientro, dove è stata accolta dai colleghi all’Edificio 200 del presidio ospedaliero di Cisanello con una grande festa.
–Innanzitutto congratulazioni per questo importantissimo traguardo che arriva da lontano. A che età si è accorta di avere la passione per il nuoto? “Io provengo da una famiglia di sportivi perché mio babbo ha sempre fatto canottaggio ed è un istruttore di sub, mio fratello come lui ha fatto canottaggio e nuoto da piccolo. Io in verità ero attratta dal nuoto sincronizzato; poi però i miei si sono resi conto che ero più brava nel nuoto libero e così ho cominciato a gareggiare, da 6 anni fino ai 18. A quel punto mi sono trovata di fronte al primo bivio perché ho dovuto scegliere fra la carriera agonistica totalizzante o lo studio affiancato sì dallo sport, ma in dosi ridotte”.
–E ha scelto di studiare “Sì, ho scelto di studiare perché anche questo lavoro mi piace molto e ci ho creduto sin dall’inizio. Così dopo le scuole superiori mi sono laureata in Tecniche di laboratorio biomedico nel 2014 (con 110 e lode, ndr) e ho cominciato a lavorare. In quegli anni ovviamente ho rallentato molto lo sport per entrare appieno nella dimensione lavorativa”.
– Però dopo un po’ di tempo le è tornata la voglia di allenarsi e di gareggiare “Sì, a un certo punto mi sono sentita di voler ricominciare e quindi sono ripartita in maniera ‘soft’, insegnando nuoto nelle piscine di Livorno a bambini, adulti e anziani. Poi ho iniziato nuovamente a nuotare io. Ma all’inizio è stata dura riprendere l’attività agonistica perché intanto erano passati degli anni, le capacità di recupero non erano più le stesse e soprattutto era cambiata l’organizzazione del lavoro in laboratorio, che adesso è su turni h24 con pomeriggi e notti. Però piano piano ho ripreso il ritmo e ho ricominciato ad allenarmi tutti i giorni le mie due ore in acqua, esclusa la domenica, d’inverno in piscina e d’estate sia in mare sia in piscina. Ammetto però che se avessi avuto anche una famiglia con dei figli non avrei potuto assolutamente conciliare le tre cose, lavoro, sport e famiglia.
– Cosa le ha lasciato dentro questa vittoria e quali sono i suoi prossimi obiettivi? “Quest’anno mi ero preparata tantissimo per questa gara, erano mesi che avevo questo obiettivo di andare là non per partecipare e basta ma possibilmente per vincere, visto il risultato dell’anno scorso. Poi, quando è successo davvero, sono stata ovviamente molto felice perché ci avevo veramente investito ma, al tempo stesso, sono rimasta incredula. Ecco, posso dire che ancora non ho realizzato fino in fondo quello che è successo in Thailandia! Ora mi riposo un po’ per le festività natalizie e per il 2024 vediamo. Devo ancora valutare ma sicuramente a luglio dovrò fare insieme ad altri compagni di Milano la traversata Capri-Napoli, 37 km complessivi da fare a staffetta quindi 7 km a testa. Vediamo, io mi impegno e speriamo di riuscire a fare l’impresa anche per il 2024!”.
– L’Italia è circondata dal mare, è quasi naturale che i migliori nuotatori siano italiani. E’ riuscita a trasmettere questa sua passione per il nuoto in mare anche ai suoi colleghi al lavoro? “Ma sì, qualcosa secondo me ho fatto perché qualcuno me lo sono trascinato a nuotare in mare con me durante le vacanze estive. Però questa è una disciplina un po’ diversa dal nuoto in piscina. In mare sei libero e puoi dare libero sfogo a quello che sei e che puoi dare, anche se devi tenere una direzione. Però in mare influiscono le condizioni climatiche, il vento, le correnti. Le insidie ci sono e bisogna stare molto attenti. Lei ovviamente non ha paura del mare Io non ho mai paura quando sono in mare, con qualunque meteo, però non bisogna mai dimenticare che al mare si deve portare rispetto perché lui vince sempre. Quindi anche ottimi nuotatori possono trovarsi in pericolo a causa delle onde alte, che possono mandarti sott’acqua e farti bere fino a impedirti di respirare, o per via delle correnti sottomarine che ti spingono al largo senza accorgertene. Quindi quando c’è mare grosso io, da livornese doc, dico che non bisogna tuffarsi. Se proprio uno ha voglia di nuotare, vada in piscina finché non si calmano le acque”. Fonte: AOUP (pubblicato da Emanuela del Mauro, 22 dicembre 2023)