Le ultime novità dalla Questura di Pisa: ecco come sono proseguite le indagini, recuperate le scarpe del presunto assassino.
PISA. In data odierna sono stati conferiti gli incarichi a consulenti e periti finalizzati allo svolgimento di analisi genetiche su diversi reperti che gli organi inquirenti ritengono connessi alla commissione del delitto della dottoressa Barbara Capovani.
Dopo il fermo dell’indiziato, disposto dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pisa sulla scorta degli elementi di indagine raccolte dalla Polizia di Stato in appena 24 ore dalla commissione del fatto, le indagini non si sono mai arrestate.
Gli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Pisa hanno continuato, senza soluzione di continuità , a svolgere attività di indagine tese a cristallizzare ulteriori elementi di prova a riscontro del già solido quadro indiziario raccolto. Sono stati pattugliati, avvalendosi di elicotteri e droni, le possibili vie di esodo dell’autore dell’omicidio dopo la commissione dello stesso, allo scopo di ricercare l’arma del delitto, lo zaino e gli indumenti utilizzati dallo stesso per la commissione del fatto. In particolare, con rilevante sforzo di risorse umane e strumentali, con il contributo della Geofor Spa, sono stati sequestrati e controllati tutti i cassonetti collocati sulla via di fuga del presunto autore, allo scopo di verificarne il contenuto.
Per recuperare il contenuto di uno di questi, un cassonetto collocato in via Pietrasantina, all’altezza della pensilina dell’autobus prima dell’incrocio con via del Marmigliaio, che era già stato già svuotato e che era destinato alla esclusiva raccolta del vestiario, è stato necessario sequestrare un intero container collocato in area doganale presso il porto di Livorno, contenente complessivamente 25 tonnellate di abbigliamento proveniente da varie province della Toscana, che sarebbe stato inviato in Tunisia il giorno successivo alla data del sequestro, per le attività di recupero del materiale tessile.
Attraverso la collaborazione dell’Agenzia delle Dogane dei Monopoli di Livorno e all’azienda RE.TEX Srl, che si occupa del recupero del tessile nell’ambito di molte province della regione Toscana, proprietaria del container è stato possibile, in esecuzione del decreto di sequestro disposto dalla Procura della Repubblica, far uscire il container, composto da oltre 60 imballi composti da 350 chili di vestiario ciascuno, dall’area doganale, riportarlo presso la sede dell’azienda titolare, allo scopo di sottoporlo all’esame del suo intero contenuto, capo per capo. Tale attività di esame ed inventario, durata due giorni e che ha visto impegnati una dozzina di poliziotti della Squadra Mobile di Pisa e della Polizia Scientifica, ha consentito di recuperare un paio di scarpe da ginnastica di un noto marchio che, poste a confronto con quelle indossate dall’assassino all’atto dell’esecuzione, ricavabili dalle immagini estrapolate prima durante e dopo le fasi del delitto, sono apparse identiche.
Le stesse, congiuntamente alle mascherine ritrovate nell’appartamento dell’indagato, alle ciabatte sequestrategli nell’abitazione, che avrebbe portato con sé all’interno dello zaino che aveva in spalla allo scopo di indossarle una volta essersi disfatto di parte degli indumenti usati per commettere l’omicidio, verranno sottoposti ad analisi biologica allo scopo di riscontrare la presenza del Dna della vittima, unitamente ad una cartellina di documenti che, secondo quanto ricostruito sinora, l’indagato avrebbe custodito all’interno del suo zaino e portato con sé nelle fasi del delitto.