VALDERA. Gli assessori alle politche sociali dei Comuni che fanno parte dell’Unione Valdera appoggiano il disegno di legge contro l’omotransfobia tramite l’iniziativa “Insieme per il Ddl Zan”
Gli assessori danno il loro sostegno mostrando la mano con su scritto “Ddl Zan”. Un invito, che in questi giorni sta spopolando sui social, per far diventare virale la richiesta di accettazione del disegno di legge. I sostenitori dell’iniziativa dell’Unione Valdera sono: Marika Guerrini del Comune di Palaia, Barbara Frosini del Comune di Bientina, Alessandro Tosi del Comune di Casciana Terme Lari, Francesca Di Bella del Comune di Buti, Carla Cocilova del Comune di Pontedera, Gloria Vallini del Comune di Capannoli, e Flavio Tani del Comune di Calcinaia.
Il Ddl Zan, perchè si chiama così e cosa chiede- Si chiama Ddl Zan perché il suo relatore è il deputato del Pd Alessandro Zan, esponente della comunità LGBT italiana. Con l’approvazione in Senato, ci sarebbe l’istituzione in Italia di alcuni nuovi reati, l’istituzione di una giornata nazionale contro le discriminazioni (il 17 maggio) e lo stanziamento di quattro milioni di euro all’anno per iniziative di contrasto al fenomeno. Le pene previste per chi violerà questa legge sono severe: dalla reclusione fino a un anno e 6 mesi (o una multa fino a 6.000 euro) per chi istiga o commette atti di discriminazione contro le categorie citate, fino ai 4 anni di reclusione per chi partecipa o favorisce le organizzazioni, le associazioni, i movimenti, i gruppi che hanno lo scopo, o uno degli scopi, nell’incitamento alla discriminazione o alla violenza sulle suddette categori.
Maggio, il mese della ripartenza: corretto riaprire ristoranti, cinema e palestre?
- SÌ (73%, 862 Votes)
- NO (27%, 319 Votes)
Voti totali: 1.181
Perché il Ddl Zan non è stato ancora approvato? Il Ddl Zan modifica gli articoli 604-bis e 604-ter del Codice penale in materia di violenza/discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere, cosa che non trova l’accordo dei partiti all’opposizione. Il disegno di legge, infatti, si è bloccato al Senato dopo che la Lega, ma anche le altre forze del centrodestra, Forza Italia e Fratelli d’Italia, hanno definito il provvedimento non prioritario, non consentendo così l’avvio della discussione in commissione Giustizia.