Indagini in corso anche su alcuni esponenti del Pd pisano, e non solo, in merito alla maxi inchiesta della Dda di Firenze, che nella mattinata di giovedì ha portato all’arresto di oltre venti persone.
Tra gli indagati spuntano i nomi di amministratori e funzionari provinciali e toscani, quattro sono esponenti della politica Toscana e dirigenti pubblici. Si tratta della Sindaca di Santa Croce Giulia Deidda, del Consigliere Regionale Pieroni, del capo di Gabinetto della Presidenza Regionale Ledo Gori, e di Edo Bernini, altro Consigliere Regionale.
In merito alla vicenda, il Pd pisano, fa sapere la propria posizione, a mezzo comunicato stampa:
“Il quadro indiziario emerso dalle notizie di stampa relativo alle indagini della DDA di Firenze sullo smaltimento dei rifiuti conciari, se confermato, ci porrebbe di fronte a fatti gravi e preoccupanti – afferma la senatrice Valeria Valente, commissaria provinciale Pd –. Il rischio che l’economia toscana e il suo apparato produttivo risultino infiltrati da organizzazioni criminali, e che il loro prezioso patrimonio ambientale sia ormai danneggiato irreversibilmente, deve chiamare le comunità di questo territorio ad una risposta ferma e corale. La Toscana e il territorio pisano hanno tutti gli anticorpi necessari per reagire nel modo migliore. Noi come Partito democratico siamo pronti a fare la nostra parte”.
“Confermiamo la nostra piena e assoluta fiducia nell’operato della magistratura – prosegue –. Rispetto all’ipotesi di un coinvolgimento di amministratori del Pd ribadiamo la nostra stima verso persone che conosciamo come oneste e dedite al bene pubblico da sempre e che, come tali, sono riconosciute dalle nostre comunità. Siamo certi che potranno dimostrare la correttezza del loro operato. Alla destra, garantista a giorni alterni, la storia della Toscana non consentirà, in ogni caso, sciacallaggi o un po’ di propaganda a buon mercato su temi così delicati”.
“Come comunità del Pd, infine, ci sentiamo di condividere e di essere al fianco di chi chiede chiarezza ed esprime preoccupazione anche per la tenuta economica e occupazionale di un distretto produttivo che si è distinto nei decenni per la capacità di competere, innovando e facendo da pioniere delle migliori pratiche nel rispetto dell’ambiente e nell’adozione di un sistema a economia circolare. Anche per questo è importante che le indagini si concludano nel modo più completo e rapido possibile e che si faccia piena luce su quanto effettivamente accaduto”, ha concluso Valente.
Anche Andrea Pieroni, il cui nome compare nel registro degli indagati, ha comunicato quanto segue: “In relazione all’inchiesta in corso su illeciti penali ambientali in Toscana tengo a precisare che l’unico addebito che mi riguarda non ha niente a che vedere con il tema principale dell’indagine.
Mi ritrovo indagato, infatti, per aver contribuito all’approvazione di un emendamento a una legge regionale in materia ambientale, peraltro avvenuta senza voti contrari nella seduta del Consiglio Regionale del 26 maggio 2020.
Ho sempre operato nel rispetto della legge e nell’interesse delle istituzioni, in piena e totale trasparenza.
Sono fiducioso nell’operato della magistratura e confido che la mia posizione sarà al più presto chiarita”.