TOSCANA. Il Covid non arresta e la Toscana è ormai divisa in due e, tra zone rosse e zone arancioni, teme ulteriori decisioni.
Da un lato ci sono i sindaci che chiedono di aspettare, dall’altra alcuni medici che si augurano 1/2 settimane completamente in area rossa così da poter respirare e tornare a riprendere le normali attività. “La decisione di rimanere in arancione potrebbe essere rivista, soprattutto alla luce dell’andamento dei dati dei prossimi giorni” – ha fatto sapere il presidente Giani, che si è però complimentato con le province di Pistoia e Siena, ormai in fascia rossa, per il forte senso di responsabilità avvertito.
A preoccupare è il numero dei malati, in continua e costante crescita, e quindi le difficoltà all’interno dei reparti Covid negli ospedali. Nella zona di Fucecchio, ad esempio, i nuovi positivi nell’ultima settimana sono aumentati di circa il 30%, mentre nei 15 comuni della Società della Salute Empolese Valdarno Valdelsa di quasi il 40%. Ad Empoli, all’Ospedale San Giuseppe, ieri la situazione dei posti letto vedeva 77 pazienti in area degenza, portando la propria capienza a 92 postazioni e 10 in terapia intensiva (al completo). Nelle intermedie sono terminati i posti letto con 34 occupati a Fucecchio e 16 a San Miniato. L’auspicio del sindaco, Alessio Spinelli, è quello che gli ospedali dell’area fiorentina, in questo momento con pressione minore, siano solidali con l’empolese.
Per quanto invece riguarda i ricoveri negli ospedali dell’Azienda USL Toscana nord ovest a ieri risultavano essere in totale 263, di cui 31 in terapia intensiva. In confronto ad altre aree, sul fronte ospedaliero, sembra non preoccupare particolarmente la situazione in Valdera, con l’Ospedale Lotti che conta 22 ricoveri, di cui 2 in terapia intensiva. Fanno invece da apripista gli ospedali della Versilia e di Lucca, rispettivamente con 63 e 57 ricoveri di cui 6 e 9 in terapia intensiva. La speranza è che con l’arrivo dei vaccini il problema si risolva in modo che tutte le strutture sanitarie e i medici di medicina generale siano pronti per una campagna vaccinale massiva.
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