Numeri che fanno della Toscana la prima regione in Italia sia per numero di incidenti stradali sia di tragiche morti.
La siccità ha contribuito a spingere verso le città alla ricerca di cibo branchi di cinghiali, daini e caprioli che hanno provocato 67 incidenti stradali in quattro anni, 20 solo nell’ultimo, e causato la morte di tre persone nel 2022 (sono 16 a livello nazionale). Numeri che fanno della Toscana la prima regione in Italia sia per numero di incidenti stradali sia di tragiche morti: un uomo di 76 anni nella zona dei cantieri nautici al Campone a Porto Santo Stefano il 28 giugno, un uomo di 54 anni a Livorno sullaFiPiLi il 2 luglio, un uomo di 55 anni lungo il viale dei Tigli a Viareggio il 28 luglio.
E’ quanto emerge dall’elaborazione di Coldiretti Toscana su dati Asaps in occasione del vertice a Roma a Palazzo Rospigliosi tra il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, il presidente di Federparchi Giampiero Sammuri, il presidente di Fondazione Una Maurizio Zipponi, e il presidente dell’associazione Agrivenatoria Biodiversitalia Niccolò Sacchetti, per affrontare una delle peggiori minacce alla sicurezza delle famiglie, all’ecosistema, alla biodiversità e alla sovranità alimentare nazionale. Nell’ambito del vertice è stato firmato il protocollo a tutela della biodiversità con la gestione della raccolta dei frutti spontanei come funghi e tartufi, lo sviluppo della filiera delle carni di selvaggina, la promozione del turismo, da difesa dagli incendi e il riconoscimento delle attività faunistico-venatorie al pari delle attività agricole ai fini del mantenimento degli ecosistemi, della fauna e della flora selvatiche e dei servizi offerti con i piani di prelievo autorizzati.
Il vertice arriva a pochi giorni di distanza dalla pubblicazione della mappa delle strada più a rischio in Toscana: una cinquantina secondo l’elaborazione di Coldiretti le strade tra regionali, provinciali e comunali dove si sono verificati incidenti o dove i frequenti attraversamenti della carreggiata da parte degli ungulati è documentata.
Una situazione peggiorata con la siccità che – spiega Coldiretti Toscana – fa seccare i raccolti e asciuga i torrenti spingendo i branchi sempre più verso i centri urbani e i litorali a caccia di cibo e di acqua. Peraltro i bassi livelli dei fiumi permettono agli animali di attraversarli con più facilità aumentandone le possibilità di spostarsi da un territorio all’altro, tanto che i cinghiali sono capaci di percorrere fino a 40 chilometri alla volta.
I branchi – sottolinea Coldiretti Toscana – si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con evidenti rischi per la salute. In Toscana, secondo una stima di Coldiretti, sono 300 i cinghiali che hanno provocato l’80% dei danni complessivi da ungulati per un valore nel solo 2021 di oltre 14, milioni di euro. Ma in pericolo c’è anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico con la perdita di biodiversità sia animale che vegetale senza dimenticare i rischi per gli allevamenti e il Made in Italy a tavola con la diffusione della peste africana.
Quasi sette toscani su dieci (69%) – secondo l’indagine Coldiretti/Ixè – ritengono che i cinghiali siano troppo numerosi mentre c’è addirittura un 58% che li considera una vera e propria minaccia per la popolazione, oltre che un serio problema per le coltivazioni e per l’equilibrio ambientale come pensa il 75% degli intervistati. La grande maggioranza degli incidenti – spiega Coldiretti Toscana – si verifica di giorno, nel 90% dei casi sulle strade statali, provinciali e comunali e 8 schianti su 10 vedono coinvolte delle auto. Ma il problema riguarda anche le vie cittadine con i cinghiali che – evidenzia Coldiretti Toscana – si spingono dentro le aree urbane alla ricerca di cibo fra mamme con i passeggini, bambini che vanno a scuola o all’asilo e macchine di pendolari che vanno al lavoro come accade anche nella capitale d’Italia divenuta un po’ il simbolo di questa invasione.
“La maggioranza dei toscani considera l’eccessiva presenza degli animali selvatici una vera e propria emergenza nazionale che incide sulla sicurezza delle persone oltre che sull’economia e sul lavoro, specie nelle zone più svantaggiate. – spiega il Presidente di Coldiretti Toscana, Fabrizio Filippi – Servono interventi mirati e su larga scala per ridurre la minaccia dei cinghiali a livello nazionale”. In Toscana, su sollecitazione della Federazione regionale, è stata modificata dalla Regione Toscana la legge 310/2016, per consentire agli agricoltori-cacciatori di intervenire direttamente contro gli ungulati per proteggere i raccolti, dopo averne segnalato la presenza nei propri fondi. Ora anche il Governo nazionale si muove. “Quello che chiediamo è un decreto legge urgentissimo per modificare l’articolo 19 della Legge 157 del 1992 che consenta di estendere i piani di controllo coordinati dalla Regioni ed arrivare così ad un contenimento drastico per contenere un fenomeno che non riguarda sol più e soltanto gli agricoltori ma tutta la collettività”.
L’invasione di vie e piazze da parte dei selvatici viene vissuta dai cittadini come una vera e propria emergenza, tanto che oltre otto toscani su 10 (81%) – secondo l’indagine Coldiretti/Ixè – pensano che vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti, soprattutto incaricando personale specializzato per ridurne il numero anche perché un italiano adulto su quattro (26%) si è trovato faccia a faccia con questi animali. Se nelle città molti abitanti sono costretti a vivere nella paura – conclude Coldiretti Toscana -, nelle campagne la presenza dei cinghiali ha già causato l’abbandono di migliaia di terreni fertili che oggi, oltre a non essere più produttivi, sono esposti all’erosione e al dissesto idrogeologico.
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