TERRICCIOLA. Ci ha molto incuriosito l’intervento di Jonni, abitante del Comune di Volterra, che attraverso la sua pagina Facebook ha commentato la situazione presente in alcuni comuni limitrofi.
“Seguo con attenzione le pagine dei Sindaci. Trovando spesso linguaggi e modi diversi nell’esprimersi verso la propria Comunità. Oggi scegliere il linguaggio giusto per aprire un dialogo, coniugando ruolo e luogo da e verso cui si sta parlando, è fondamentale.” – scrive il ragazzo, gettando poi un occhio a Terricciola.
“A Terricciola c’è il Sindaco, Mirko Bini, che ha scelto un linguaggio diretto, costante, e senza tanti fronzoli. – dice – Bini tiene la sua pagina costantemente aggiornata, servendosi di un linguaggio diretto verso la propria comunità e con materiali fotografici e video anche autoprodotti che però interpretano sempre molto bene l’argomento, facendo nascere molto spesso discussioni positive” – questo il pensiero di Jonni, che passa poi a parole di profonda stima e ammirazione nei confronti del primo cittadino. “Hai l’onore e il dovere di tenere unita la tua comunità con rinnovato senso civico” – scrive, riferendosi anche al post pubblicato ieri in merito alla distruzione dell’edicola sacra di Via San Marco, di cui noi vi abbiamo parlato QUI.
“Come ho già avuto modo di dirti, leggo nei tuoi post, la schiettezza intelligente di chi sa come comunicare alla propria gente di Paese. Genuina e pura, che ama la propria terra e che sceglie di viverci. Troppo spesso leggo post trendy di politici che dovrebbero ricordarsi sia il ruolo ricoperto, e il luogo nel quale si è chiamati a esercitarlo. Questo per fare pubblicamente un plauso personale, per come Mirko Bini, ha saputo intessere un dialogo sincero, schietto e intelligente che il suo ruolo di Sindaco gli impone e che lui interpreta perfettamente, motivando discussioni e non risparmiandosi.” – queste le parole di Jonni, per poi definire Bini come un esempio da seguire.
“In fin dei conti si capisce il ruolo di Mirko Bini e di tantissimi altri bravi Sindaci, che con una macchina comunale ridotta al minimo, si trovano a gestire una responsabilità grande. E provano prima di ogni altra cosa, a non far morire nella comunità la speranza di un futuro migliore. Avanti così.” – conclude.
L.C.