In tutta Italia salgono i casi positivi tra i giovani a scuola. Si pensa a “micro-bolle”, ma gli epidemiologi non sono d’accordo perché “troppo pericoloso”.
Sta crescendo il numero delle classi in quarantena, che vedono interrompersi nuovamente le lezioni in presenza e si ritrovano in didattica a distanza.
Al momento sono un centinaio le classi in dad in Italia “ma ritengo siano destinate ad aumentare”, dice il presidente di Anp Roma, Mario Rusconi.
Proprio per ridurre quarantene e didattica a distanza c’è chi pensa a ‘micro bolle’, che si basano sul modello tedesco, per i ragazzi delle scuole. Si tratta di un modello che ricalca quanto già avviene sugli aerei nei casi cui vengano scoperte positività, ovvero limitare l’isolamento ai contatti strettissimi di chi viene colpito dal virus.
Intanto il Codacons giudica eccessivo il numero di classi che, a pochi giorni alla ripartenza della scuola, è finito in quarantena, e punta il dito sulla scelta del Governo di delegare ai genitori la misurazione della temperatura degli studenti.
“E’ indispensabile che siano le scuole a provvedere alla misurazione della temperatura agli allievi”, dice il presidente dell’Associazione dei consumatori, Carlo Rienzi, che sta preparando una formale diffida al MIUR e agli uffici scolastici regionali, affinché si attivino per modificare la procedura di accesso agli istituti allo scopo di evitare la quarantena a migliaia di studenti.
L’anno scolastico, fanno notare i sostenitori del Comitato Priorità alla Scuola (che intende tornare a mobilitarsi in tutta Italia dal prossimo 20 settembre), non è cominciato bene: orari provvisori, tempo scuola incompleto, cattedre vacanti, ATA insufficienti. Secondo il Comitato, “il Governo non ha proposto nessuna soluzione concreta alle carenze strutturali che affliggono la scuola da decenni, ma che sono state e saranno le principali responsabili nell’impedire un’adeguata gestione dell’emergenza sanitaria”.
Sull’organizzazione dei trasporti legata alla ripresa delle lezioni il ministro alle Infrastrutture Enrico Giovannini assicura: “ci sono criticità specifiche ma non sistemiche, soprattutto nelle grandi città è stato fatto un passo avanti notevole rispetto all’anno scorso”.
Al momento in Valdera, incrociando le dita, non sono state ufficializzate classi passate in quarantena.
Un ragazzo (S.I.) della 5AC (Geometri) dell’ITCG Fermi di Pontedera ci spiega che all’interno degli spazi scolastici continua ad esserci l’obbligo di mascherina. In classe infatti gli studenti devono tenere la mascherina tutta la mattina. Le finestre devono stare sempre aperte per garantire un corretto ricircolo dell’aria. Ognuno ha il proprio banco, staccato dai compagni e non può essere cambiato.
L’intervallo viene fatto nelle piazzole dell’istituto, assegnate all’inizio dell’anno. Ogni classe ha un punto assegnato, dal quale i giovani non possono allontanarsi.
Non ci sono entrate ed uscite scaglionate, anche se ogni classe ha un percorso di entrata e uscita stabiliti.
Sono state messe a disposizione dal Comune di Pontedera nuove corse dei pullman per evitare assembramenti e garantire a tutti la scuola in presenza.
V.G.