TOSCANA. Momenti di tensione a Roma tra ristoratori e forze dell’ordine.
A Roma davanti Montecitorio, come già anticipato stamattina (clicca qui), si è tenuta la protesta dei ristoratori contro le chiusure. Al grido di “libertà, libertà”, ristoratori, partite Iva, imprenditori ed autonomi hanno urlato il loro disappunto per i recenti provvedimenti del Governo e il Decreto Sostegni: “Parliamo di sopravvivenza”.

TAFFERUGLI. Intorno alle 15.30 la protesta è degenerata, alcuni ristoratori hanno tentato di accedere alla Piazza Montecitorio, a pochi metri dal parlamento, dove erano schierati in assetto antisommossa le forze di Polizia. I manifestanti hanno iniziato a lanciare sedie, bottiglie di vetro e fumogeni. La Polizia è comunque riuscita a contenere i manifestanti che dopo una decina di minuti è riuscita a calmare le acque. Dai tafferugli è rimasto ferito un poliziotto e alcuni ristoratori sono stati fermati.
Il rischio, spiega Apit Italia è che si concentri l’attenzione mediatica soltanto sugli scontri con la Polizia di una parte dei manifestanti. Apit Italia prende le distanze dagli scontri con le forze dell’ordine: “Noi siamo contro ogni forma di violenza. La libertà e il diritto al lavoro si conquistano in altro modo, manifestando e dialogando con le istituzioni. Nonostante la politica, molte volte sembra essere sorda e incapace di affrontare i problemi” hanno specificato Saviano Raffaele, Segretario di Apit Italia e Marco Bartaloni, referente Apit Pontedera.
Tra i manifestanti, di cui molti senza mascherine, erano presenti le bandiere blu di Italexit, del senatore ex-M5S Paragone, il senatore Vittorio Sgarbi e uno anche un emulo del vichingo sciamano di Capitol Hill. L’Assoociazione Partite Iva del Territorio prende le distanze anche dalle figure politiche presenti oggi a Roma, spiega Saviano Raffaele: “Apit Italia è apartitica, purtroppo noi bisogna confrontarsi con personaggi politici. Ogni volta che c’è una piazza di protesta, come quella di oggi, i politici cercano la ribalta mediatica. Oggi ai politici non crediamo più, vogliamo fatti e non più parole.”