PONTEDERA. ”Cuore d’impresa”, Confesercenti premia gli imprenditori che nei mesi del lockdown si sono impegnati con gesti di solidarietà.
Confesercenti ha organizzato una premiazione nella quale sono stati assegnati dei riconoscimenti agli imprenditori che che “in questi terribili mesi di coronavirus si sono impegnati con gesti di solidarietà”, affermano Alessandro Cordoni presidente Confesercenti Litorale e Simone Romoli responsabile area pisana. La categoria dei giornalai ha ottenuto uno di questi riconoscimenti, a ritirare il premio è stato Buccarello Angiolino, titolare dell’edicola Gabbani situata sul ‘Piazzone’ a Pontedera. Abbiamo colto l’occasione per fargli un’intervista e porgli alcune domande sulla sua attività durante questi mesi di restrizioni dovute al Covid. (In corsivo troverete le nostre domande e di seguito le risposte del vincitore del premio).
– Lei ha ricevuto un premio, un riconoscimento da Confesercenti: come le è stato motivato? “Il premio è stato dato alla categoria dei Giornalai ed io come responsabile l’ho ritirato, questa categoria finalmente è stata riconosciuta come fondamentale dallo stato, di conseguenza siamo rimasti aperti durante il lockdown, e abbiamo potuto continuare ad offrire i nostri servizi ai cittadini. Siamo stati un punto di riferimento durante questo lockdown. Mi reputo fortunato ad essere rimasto aperto, visto che molte altre attività hanno dovuto chiudere.”
– Umanamente come ha vissuto questa situazione? Le persone venivano a comprare il giornale, quindi quali erano i discorsi ricorrenti in seno a quello che è il problema sanitario? “Molti volevano fare semplicemente qualche chiacchiera, per uscire da questa chiusura imposta dal governo, molti mi raccontavano piccole cose della loro vita. Durante il lockdown parecchi anziani che compravano il giornale ne approfittavano per fare due parole.”
– Poi è arrivato il periodo durante il quale tutti si mettevano in coda per ottenere le mascherine… com’è andato quel momento appena successivo al lockdown totale? “La regione ci ha chiesto di mettersi a disposizione per distribuire le mascherine, noi abbiamo accettato anche per un senso civico, nonostante conoscessimo l’esperienza delle farmacie che hanno avuto dei grossi problemi. Questi problemi li abbiamo avuti anche noi: si creavano delle file fuori, magari alcune persone erano impazienti ecc. Però l’abbiamo affrontato con senso civico, visto anche il riconoscimento dello stato che ci ha conferito il grado di categoria fondamentale durante il lockdown. Aver avuto questo riconoscimento ha significato molto per noi, quindi abbiamo affrontato questo compito di distribuzione con una certa diligenza visto che tantissimi di noi (giornalai. n.d.r.) hanno aderito all’iniziativa distribuendo milioni di mascherine, a volte anche in condizioni difficili. Da sottolineare anche che magari qualcuno non ha comprato il giornale per la troppa fila presente davanti ai punti vendita, comunque nell’insieme è stata un’esperienza positiva.
– Come ultima domanda faccio capo a quello che molti raccontano di lei, cioè che lei cede il giornale al cliente come se servisse un buon piatto di pasta… da dove nasce questa sua arte di cui tutti parlano? “Sono 30 anni d’esperienza, io mi reputo fortunato perché faccio un lavoro che mi piace, quindi ci metto passione e credo veramente nel ruolo che abbiamo, cioè quello di dare la possibilità a tutti di essere rappresentati in un punto vendita. É per questo che abbiamo giornali di destra, di sinistra, politici e apolitici. Abbiamo tante pubblicazioni di nicchia che non è facile ne vendere ne proporre, cerco sempre di dare il meglio, sono una persona positiva e cerco sempre di vedere il bicchiere sempre mezzo pieno, la mia filosofia positiva cerco di trasmetterla sempre anche agli altri anche attraverso un sorriso.”