“L’Amministrazione Comunale della città di Pontedera esprime una forte preoccupazione rispetto alla legge di bilancio licenziata dall’attuale governo.”
Le considerazioni delle assessore Sonia Luca ( delega alla casa) e Carla Cocilova (delega al sociale) sui contenuti della finanziaria:
“In particolare poco e male è stato fatto sul versante delle politiche sociali e abitative che sono la vera emergenza di questo paese e, di conseguenza, della nostra città”.
“La nostra amministrazione comunale è sempre stata in prima linea, soprattutto durante e a seguito dell’emergenza covid, nel dare supporto alle famiglie e a tutta la cittadinanza che si trovava in un momento di bisogno. Spesso lo ha fatto con risorse proprie dell’ente, arrivando a triplicarle nei momenti di massima necessità; lo ha fatto investendo nella rete di supporto alimentare sia utilizzando risorse trasferite dai governi centrali sia utilizzando tutte le misure locali a disposizione per dare risposte concrete, anche se non risolutive, di tutti i problemi delle persone provando a costruire un orizzonte di speranza a chi vive nelle difficoltà quotidiane. Tra le varie misure utilizzate, quella del reddito di cittadinanza, pur con le sue criticità legate all’accompagnamento all’autonomia delle persone, ha supportato oltre 400 persone sul nostro territorio permettendo loro quella dignità minima che dovrebbe essere garantita ad ogni cittadino.”
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“La revisione di tale istituzione nel 2023 rischia di far ricadere nella povertà centinaia di nuclei della nostra comunità. La riduzione temporale dell’accesso da un lato e la riduzione della platea dei beneficiari dall’altro, dividendo i percettori tra gli “occupabili” e i “non occupabili”, creerà una vera emergenza che ricadrà in primis sulle spalle delle amministrazioni locali. Su questo punto è necessario sottolineare come sia possibile definire una persona “occupabile”, rispetto a quali criteri? Un mercato del lavoro come quello odierno estremamente problematico, che espelle automaticamente le persone più fragili (per esempio tra i percettori di RdC a livello nazionale il 73% ha la licenza media e il 70% non lavora da oltre 3 anni), come può garantire l’occupabilità di questi soggetti? Chi guida un paese come il nostro dovrebbe considerare la povertà come un fenomeno multidimensionale, un tema che non si risolve solo con l’accesso al cibo (l’unico vero investimento previsto dalla legge di bilancio in questo ambito), ma che ha bisogno di interventi diversificati.”
“Purtroppo, e però, la manovra proposta da questo governo ha cancellato il contributo affitti e quello per le morosità incolpevoli, gli unici due strumenti a disposizione degli enti locali per fronteggiare gli sfratti e l’emergenza abitativa, una piaga sociale che aumenta di giorno in giorno.”
“La realtà oltre gli slogan ci dice che solo a Pontedera nel 2022 circa 300 nuclei hanno beneficiato di queste misure che, combinate agli interventi diretti dell’amministrazione sull’housing sociale e sulle altre forme di sostegno, hanno consentito alle famiglie in difficoltà di non restare senza casa. Ma come faremo nel 2023 a far fronte ad un’emergenza, ormai sistemica, quale è quella della casa? Il rischio è di vedere aumentati in maniera esponenziale le persone povere, senza reddito e senza abitazione sul nostro territorio, come nel resto del paese. A ciò si aggiunga che le due misure di contribuzione eliminate dal governo non erano soltanto mirate a sostenere le povertà come convenzionalmente intese, bensì anche le piccole proprietà, a fronte del crescente rischio di morositá ed a garanzia del pagamento del canone da parte degli inquilini che, a causa della patologica “flessibilità” del mercato del lavoro, percepiscono redditi sempre più variabili. Una congiuntura che ha già portato alla paralisi del mercato immobiliare degli affitti e che non viene corretta neppure attraverso investimenti sull’edilizia popolare e/o sociale.”
“Non vogliamo assistere in silenzio a questa deriva sociale che lascia in balia di sé stessa la fascia più fragile della popolazione; non vogliamo che le istituzioni della Repubblica più vicine ai cittadini, i comuni appunto, assistano passivamente a questo meccanismo di umiliazione e colpevolizzazione della povertà che ha radici profonde in un sistema che non ci appartiene.”
“Chi è in difficoltà ha diritto a chiedere aiuto, come abbiamo detto a chiunque si sia avvicinato al comune in questi anni, troppo spesso con una sensazione di “vergogna” perché non abituato a fare questo tipo di richieste.”
“Per questo insieme ad Anci e a tutte le forze sociali del paese faremo tutto quanto in nostro potere perché in parlamento la manovra cambi pelle e aiuti i comuni ad avere gli strumenti per darlo quel grido di aiuto che viene richiesto e che nel 2023, se nulla cambia, non avremo gli strumenti per dare.”