PONTEDERA. Abbiamo avuto modo di parlare con Alessandro Sbrana, uno dei tre titolari e Co-Fondatore di PokèFlash.
La redazione di VTrend.it si è confrontata con Alessandro Sbrana, uno dei tre titolari (Alessandro, Marco e Claudio) e Co-Fondatore di PokèFlash in merito all’incidente avvenuto intorno alle 22.30 di giovedì che ha coinvolto il locale del Piazzone (Piazza Martiri della Libertà) a Pontedera (clicca qui).
Stop musica a mezzanotte a Pontedera, siete d'accordo?
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Protagonista del curioso misfatto una Opel nera guidata da un giovane che, stando alle voci raccolte, ha fatto retromarcia rimanendo incastrato con i pedali e, appunto, con il piede sull’acceleratore. Montando sul marciapiede, ha infranto la vetrina del locale.
PokèFlash ha prontamente sistemato l’infisso rovinato, tanto da poter aprire regolarmente ieri, venerdì mattina, come da orari (tutti i giorni 11:30-15:00 e 18:30-22:00).
- “La velocità fa parte di voi: il locale appunto, è stato prontamente riparato in un Flash di nome e di fatto! Come vi siete mossi?”
“Siamo corsi subito sul posto per assicurarci che tutti i nostri collaboratori e le persone coinvolte stessero bene e fortunatamente è stato così. L’importante è che nessuno si sia fatto male. Risolvere i problemi prontamente fa parte di noi. Il nostro modo di lavorare è proprio questo: mettere in campo un servizio ‘flash’ per i nostri clienti e quindi anche essere pronti a risolvere i problemi per loro e per i nostri collaboratori“.
- “La mattina dopo l’episodio, il locale è stato aperto regolarmente. Come è stato possibile?”
“Addirittura possiamo dirvi che nel pomeriggio, sulla vetrina, sono stati anche riattaccati tutti gli adesivi! Abbiamo subito contattato i nostri tecnici e fornitori per posizionare un pannello il legno, perché ci vogliono almeno 30 giorni per riavere un vetro su misura, dato che anche l’infisso è stato rovinato. Siamo riusciti ad aprire regolarmente, quasi come se la sera prima non fosse successo nulla! Non potevamo di certo deludere le aspettative dei nostri clienti affezionati o lasciare a casa senza lavorare per qualche giorno i nostri collaboratori“.
V.G.
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