PONSACCO. A seguito delle dichiarazioni di Fratelli d’Italia Ponsacco sulla questione Via Rospicciano, interviene il Partito Democratico Ponsacco.
Qua riportiamo il comunicato del Partito, che ha voluto fornire la propria risposta:
“Considerato che le sentenze sull’immobile di via Rospicciano dimostrano in maniera chiara e netta le gravi responsabilità del costruttore Giuseppe Giambra nell’attuazione e successiva gestione del comparto immobiliare, sarebbe curioso comprendere i reali motivi che spingono Fratelli d’Italia a ritornare ogni volta su questa vicenda. Fosse solo per il fatto che hanno collezionato solo pessime figure. Comunque sia anche questa volta non intendiamo sottrarci al confronto e ripeteremo le stesse cose che ormai diciamo da anni.
Primo – Il piano particolareggiato di via Rospicciano, ricordiamolo, risale agli anni Novanta. Fa sorridere il fatto che di questo si chieda conto ad un Sindaco che allora aveva circa 10 anni. Da quel che ci è dato sapere era un comparto che non ricadeva su terreni pubblici ma privati e in funzione di questo il piano urbanistico non consentiva all’Ente di scegliere il costruttore. Il Sindaco attuale e quello precedente hanno ereditato delle cause legali che coerentemente con le indicazioni dell’ufficio tecnico e dei propri legali hanno portato avanti. I processi conclusi hanno pienamente assolto l’azione amministrativa e condannato il costruttore al risarcimento danni. Quindi tutte le dietrologie di Fdi stanno a zero.
Secondo – è giusto e normale che un Ente pubblico utilizzi le vie legali se il lottizzante non rispetta gli impegni assunti, sarebbe grave il contrario. Quindi nulla di strano se conclusi i tempi stabiliti e non consegnate le opere pubbliche previste come la piazza, il Comune abbia deciso di passare alle vie legali con il costruttore Giambra. Ciò che è contraddittoria è la vostra difesa a spada tratta del Giambra che, ricordiamolo, ha visto bocciate le sue richieste di risarcimento danni e avuto esiti processuali sfavorevoli nelle cause intentate dal Comune nei suoi confronti. Non bastasse questo, è stato successivamente arrestato per bancarotta fraudolenta oltre ad essere stato coinvolto nel fallimento della azienda costruttrice del palazzo rosa.
Terzo – la piazza è vero che è pubblica ma doveva essere consegnata agibile e collaudata, come sentenziato dal tribunale. Tale impegno spettava al costruttore. Col sopraggiunto fallimento della società tale dovere è ricaduto sul curatore fallimentare.
Di fronte ad una verità così cristallina, veramente non si comprende come FdI insista nel rispolverare periodicamente questa brutta storia. È una semplice ossessione o c’è di più?”