PONTEDERA. Si è svolto ieri l’importante incontro delle partite iva, che ha visto presente anche il nostro direttore di testata, Doady Giugliano.
Ecco dunque che i rappresentanti italiani delle varie categorie imprenditoriali, convocati dall’APIT (Associazione Partite Iva Toscana), hanno dato vita ad una convention, e si sono fatti portavoce di un pensiero comune: il governo li ha abbandonati ad un destino infausto.
Nubi tempestose si addensano su Palazzo Chigi. Venti burrascosi sono spinti dai titolari delle centinaia di migliaia di partite iva che da varie parti d’Italia, si stanno coalizzando, pur con sigle diverse, per dare l’assalto finale ad un governo (minuscolo d’obbligo) reo di averli abbandonati ad un destino infausto. L’epicentro di questo “uragano” si è formato proprio l’altra sera, alle porte di Pontedera dove i rappresentanti italiani delle varie categorie imprenditoriali, convocati dall’Apit (Associazione Partite Iva Toscana), hanno dato vita ad una convention durante la quale abbiamo avuto la netta sensazione di presenziare ad una sorta di consiglio di guerra.
La pandemia, hanno ricordato i vari relatori, ha solo aggravato una situazione che perdura da decenni. Situazione che vede i poteri della stato (ancora minuscolo d’obbligo) vessare o meglio spremere le partite iva, attraverso quei “bravi” di manzoniana memoria, al soldo del “don Rodrigo” fisco, perennemente a caccia di presunti evasori, il più delle volte costretti a difendersi da autentiche prepotenze e taglieggiamenti. Non a caso Apit, è nata come si legge nel suo statuto “per dare voce, tutela e rappresentanza alle molte categorie di P.Iva, divise, frastagliate ed incapaci di difendersi singolarmente”. E se l’unione fa la forza, ne vedremo delle belle, o meglio, certi governanti, ne vedranno delle brutte, dal momento che “l’esercito” già annovera numerose categorie regionali ed in campo nazionale sono rappresentati da Pin (partite iva nazionali) e Confimprese Italia.
“L’incompetenza degli attuali governanti”-si è detto nel corso dei lavori – sta creando un autentico disastro nel tessuto economico nazionale, in gran parte sostenuto da micro e nano imprese, destinate, perdurando questa situazione, ad una fine certa”. Il clima da ultima spiaggia, è risultato tangibile praticamente in ognuno dei molteplici interventi, sia dei presidenti delle associazioni che da economisti e fiscalisti che hanno ampiamente evidenziato le lacune ed il non fare di “coloro che stanno guidando il paese verso il baratro”.
Sono state elencate anche le numerose civili manifestazioni attuate nelle varie città italiane, ma con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Adesso che il gruppo, o meglio “l’esercito” ha preso forza e consistenza e la pazienza ha raggiunto il suo culmine, c’è da aspettarsi qualche azione eclatante, sicuramente pacifica, ma non per questo meno incisiva e dirompente, per quei “sordi che fanno finta di non sentire”. Insomma, come si dice dalla nostre parti: “se piove di quel che tona!”.
© Doady Giugliano