Ancora una volta a Cascina si fa la storia dell’astrofisica.
È arrivata ieri la conferma che l’infeterferometro Virgo, i cui due bracci blu si estendono per 3 Km in Località Santo Stefano a Macerata, assieme ai due interferometri americani LIGO Hanford e Livingston negli Stati Uniti hanno captato il segnale di quella che potrebbe essere la fusione di buchi neri più massicci finora osservata.
Il fenomeno gravitazione in questione dalla durata di solo 0,1 secondi è stato battezzato GW190521, ed stato osservato il 21 Maggio 2019. I due oggetti in questione di 85 e 66 masse solari si sono fusi dopo aver compiuto una “spirale mortale” l’uno attorno all’altro, che si è conclusa con la fusione dei due e la nascita di un buco nero di 142 massi solari.
A questo punto qualcuno potrebbe dire che i conti non tornano, 85 più 66 non fa 142, mancano 9 masse solari all’appello. La domanda sorge allora spontanea, cosa ne è stato di quelle 9 masse solari? Einstein qui arriva in nostro soccorso: quelle 9 masse sono state convertire in energia, un’energia che si è trasformata in onde gravitazionali, e cioè increspature dello spazio-tempo. Le onde gravitazionali sprigionate dalla fusione hanno poi dovuto compiere un viaggio durato 7 Miliardi di anni per arrivare sulla Terra ed essere rilevate.
I due buchi neri hanno dato quindi vita ad un buco nero 142 volte più massiccio del nostro sole e ad oggi si tratta del più massiccio buco nero mai scoperto attraverso lo studio delle onde gravitazionali. Si tratterebbe anche del primo buco nero mai osservato ad appartenere alla misteriosa categoria dei buchi neri di massa intermedia, per l’astrofisica si tratta quindi di una scoperta di primo piano dal momento che risulta essere la prima prova rilevante circa l’esistenza di tale categoria di oggetti.
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