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Ospedale Lotti, Daniele Carbocci: “quando si lasciano parlare i numeri dimenticandosi delle persone”

17:36

La lettera del segretario Territoriale Nursind Pisa, Daniele Carbocci, sul bilancio dell’ospedale Lotti di Pontedera.

Dopo il bilancio positivo dell’ospedale Lotti di Pontedera riguardo l’anno 2023, il segretario Territoriale Nursind Pisa, Daniele Carbocci, ha scritto una lettera per far presente che oltre ai numeri ci sono anche le persone.

Lascia stupiti il “resoconto numerico” dell’attività dell’Ospedale Lotti senza entrare nel merito di cosa quei numeri rappresentino rispetto alla qualità dell’assistenza che si è stati in grado di fornire ai cittadini.
Perché il paradosso dei numeri è che aumentano quelli delle prestazioni ma rimangono invariati, se non in alcuni casi in riduzione, quelli del personale di assistenza, infermieri e OSS, che quei numeri sono costretti a “produrre”.
Davvero ci si può vantare del numero di accessi al Pronto Soccorso senza minimamente accennare a come ha vissuto e vive il personale del Pronto Soccorso e che esperienza hanno vissuto e vivono i pazienti che sono stati ore e ore in barella in attesa di un ricovero? Un PS dove si sono aumentati i letti in OBI senza rispettare le normative regionali e arrivando anche a riempire i corridoi di persone che attendono per giorni un posto letto nei reparti.

Ci si è posto il problema che il carico di lavoro infermieristico e assistenziale è aumentato in maniera impressionante, ma niente è stato fatto come ad esempio attivare il progetto iperafflusso  (procedura esistente in molte altri ospedali dell’azienda, ma non voluto attivare per l’ospedale Lotti) dove si potrebbe aumentare il numero degli infermieri  in caso di necessità.

Davvero ci si può vantare dei numeri della medicina senza chiedersi come vive il personale del reparto di Medicina? Che dire della famosa PICU attivata in fretta e furia nella medicina 2 senza aumentare il personale e dove vengono ricoverati pazienti non stabili e particolarmente impegnativi? Ben 10 posti letto dove si ricoverano pazienti tracheotomizzati in ventilazione meccanica, con gravi difficoltà respiratorie e dove c’è un solo infermiere di notte. Una struttura quindi che ricovera pazienti da sub intensiva dove sarebbero necessari almeno 2 se non 3 infermieri.

Una medicina con 43 posti letti dove il rischio di contrarre infezioni ospedaliere è altissimo conseguente ad una organizzazione basata esclusivamente sul numero dei letti e non sulla gravità della patologia, che se invece fosse considerata dalla direzione comporterebbe un aumento significativo di personale infermieristico e oss.

Scopriamo adesso che saranno aumentati altri 4 posti letto in Medicina ma che il personale rimarrà sempre lo stesso, infermieri e oss ormai allo stremo che arranca nel tentativo di fare al meglio il proprio lavoro per garantire un’assistenza degna di questo nome ai cittadini.

Una struttura in cui, solo nei primi mesi dell’anno ci sono state più di 5 cadute dai letti (report facilmente reperibile perche le denunce sul sistema regionale di controllo sono obbligatorie) perché il personale non riesce a mantenere gli standard necessari al controllo causato dal selvaggio sistema di riempire i letti senza una adeguata valutazione del personale necessario.

A febbraio nelle Medicine è stata fatta una assemblea sindacale molto partecipata dai colleghi per denunciare questa situazione ormai insostenibile. Sono state avanzate all’azienda le richieste di aumento di personale, a cui l’azienda non ha dato nessuna risposta organizzativa.

E nelle chirurgie, dove spesso si lavora a personale ridotto i colleghi si ritrovano a assistere pazienti chirurgici che hanno bisogno di particolari attenzioni, conseguenti agli interventi subiti ma il personale infermieristico è ridotto all’osso e spesso si entra in reparto senza sapere in quanto personale saremo per quel turno .

E i PREMS poi? Certo, i cittadini percepiscono buona l’assistenza ricevuta. Ma nessuno si chiede che cosa voglia dire per gli infermieri e gli OSS essere riusciti a garantire quelle risposte positive. E viene anche da chiedersi se le risposte sarebbero le stesse se i cittadini conoscessero davvero cosa vuol dire ricevere un’assistenza di qualità se ci fosse ad assisterli il personale che ci dovrebbe essere“.

Fonte: Daniele Carbocci, Segretario Territoriale Nursind Pisa

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