TOSCANA. Ad un anno dal paziente 1 il sistema sanitario è ancora in sofferenza e alla vigilia della Giornata nazionale dei Camici Bianchi, istituita lo scorso autunno dal Senato il 20 febbraio, giorno in cui venne identificato il primo paziente affetto da Covid19 a Codogno, siamo in attesa della 3 ondata di contagi.
“In questo anno, – spiega Nursind – abbiamo visto morire di covid 81 infermieri e sono stati oltre 70mila gli infermieri contagiati di cui molti portano ancora oggi i postumi della malattia. Gli infermieri rappresentano oltre l’80% del personale contagiato. Nella AOUP sono 160 gli infermieri che hanno contratto il virus e molti di loro sono ancora assenti dal lavoro a causa dei postumi. Nonostante questo, continuiamo a fare i conti con l’endemica carenza di personale e con organici inadeguati alle necessità e professionisti costretti a intervenire sempre in regime di straordinario per sopperire al carico di lavoro. Una situazione che si è fatta ancora più pesante con la campagna vaccinale. Con molto personale impegnato sull’emergenza vaccini il territorio resta scoperto. Ma non esiste solo il Covid19, ci sono altre patologie importanti che necessitano di una copertura adeguata da parte di personale formato e specializzato, ci sono malati cronici, anziani, pazienti da seguire in modo adeguato sul territorio e che rischiano di finire in fondo alla lista delle priorità del sistema sanitario. La situazione è particolarmente critica nelle Rsa, – conclude Nursind – dove si registra una grave carenza di personale. Un problema che si riscontra anche a livello nazionale per il piano vaccinale perché non ci sono abbastanza infermieri. In colpevole ritardo la Regione per non aver fatto un concorso in tempi utili per cui oggi ci troviamo in grande difficoltà. Nella Giornata nazionale dei Camici Bianchi gli infermieri ribadiscono il loro impegno e il loro sostegno nella battaglia per la salute di tutti i cittadini, ogni giorno dell’anno.”