Michele Vestri ha intervistato per Radio Cuore il professor Francesco Menichetti dell’azienda ospedaliera universitaria pisana, nonché direttore dell’unità operativa Malattie infettive.
Noi di VTrend.it riportiamo in esclusiva i passi di questa interessante intervista, che vede il tema della sperimentazione clinica e delle vaccinazioni come fulcro della discussione.
“Pisa ancora una volta si è dimostrata tempestiva, il primo centro in Italia ad essersi attivato ad arruolare pazienti per la sperimentazione clinica con ben 1.700 soggetti. – esordisce così il professor Menichetti, in riferimento ai celebratissimi monoclonali di Toscana Life Sciences – Di ciò avremo un riscontro tra circa 2/3 mesi. Questi possono rappresentare un ulteriore presidio a disposizione per intercettare l’infezione nelle prime fasi e per bloccarne l’evoluzione a malattia conclamata. Tutto questo potrebbe essere utile soprattutto per quei soggetti a rischio più elevato da contrarre un covid grave. Insomma, – prosegue Menichetti – i propositi sono buoni, dobbiamo solo verificare l’efficacia clinica di questi presidi, ma i risultati non ci saranno prima dell’estate. Come sappiamo, i tempi della sperimentazione clinica sono più lunghi.” Qual è dunque il consiglio che il professore darebbe? “Per uscire da questo incubo l’unica soluzione è fermarsi e vaccinare, un lockdown di 3 o 4 settimane accompagnato da vaccinazioni a tappeto potrebbe probabilmente nel giro di massimo 2 mesi consentirci di tornare a vivere come un paese normale.”
Anche la Toscana, che sembra confermarsi una delle regioni più efficienti per capacità e ritmo di vaccinazione, con alte percentuali a personale scolastico, sanitari, ospiti RSA ed estremamente vulnerabili, presenta le sue luci e le sue ombre. “Il ritmo della vaccinazione in Toscana è abbastanza efficace, – dice Menichetti – ma più lento negli over 80, mentre ancora si deve avviare la campagna dai 60 ai 79 anni. Bisogna cambiare passo, ci vuole un piano vaccinale di diversa caratura. Occorre vaccinare 7 giorni su 7, occorre vaccinare mattina, pomeriggio e anche la sera, occorre vaccinare in palestre, in grandi spazi e soprattutto avendo a disposizione il personale adeguato. Solo così potremmo, in un tempo limitato caratterizzato da restrizioni rigorose, riportare il paese ad emergere sopra il pelo dell’acqua.”
Questo problema si potrà davvero risolvere prima dell’estate o i tempi sono ancora lunghi? Menichetti si ritiene convinto che i governanti faranno di tutto per avere i vaccini, “ci vuole flessibilità, tutti i vaccini sono buoni e tutti quelli che sono stati approvati devono essere utilizzati, ma questo deve avvenire rapidamente e con una politica che cambi passo.” Il ritardo delle vaccinazioni è dovuto soprattutto all’espansione delle varianti sui più giovani. “Il virus sta colpendo sempre più ragazzi, questo a causa delle varianti, specie quella inglese che, infettando i bambini, questi portano a casa l’infezione e infettano tutto il nucleo familiare.” Menichetti conclude: “Se non si interviene al più presto continuerà questo tira e molla dell’Italia a colori che non da né beneficio sanitario né ristoro socio-economico.”
L.C.
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