A 26 anni Lucia di Guglielmo, nata e cresciuta a Pisa, fa il suo esordio con la Nazionale Azzurra al Mondiale di calcio femminile: il DS ex Valdarno e Castelfranco, Marco Landi, ci racconta l’ascesa di Lucia.
PISA – Da Pisa all’Australia-Nuova Zelanda per il sogno Mondiale, il primo per Lucia Di Guglielmo: nata e cresciuta nel nostro capoluogo, la giovane calciatrice (26 anni) ha infatti esordito nella prima partita della competizione 2023 contro l’Argentina da titolare, poi vinta dalle Azzurre per 1-0 grazie al colpo di testa del capitano Cristiana Girelli che insacca appena subentrata dalla panchina. Un sogno Mondiale che è appena cominciato per Di Guglielmo e che già sottoscrive il coronamento di un’intera carriera destinata ad accogliere altri successi.
Un amore viscerale è infatti quello che lega Lucia al gioco del calcio: i primi calci ad un pallone già da bambina, con il primo tesseramento presso l’ARCI Zambra di Cascina, per la quale scende in campo con i maschietti.
Nel 2011 è invece il momento del trasferimento nella sua prima squadra interamente femminile, il Valdarno poi divenuto Castelfranco, prima del passaggio all’Empoli Ladies (2016) e infine all’AS Roma, con la quale vincerà lo scudetto italiano di Serie A nell’anno 2022-23.
Nel 2020 la prima chiamata in nazionale maggiore ma il vero esordio in campo sarà il 24 febbraio 2021 con l’ingresso al 58esimo minuto nel match disputato all’Artemio Franchi di Firenze contro Israele.
Dopo la spedizione a Euro 2022, finalmente la convocazione al Mondiale 2023 che arriva nonostante i mesi di stop per infortunio. Domani, 29 luglio, la seconda partita del girone contro la Svezia la vedrà di nuovo protagonista.
Intervistato da VTrend.it, Marco Landi, ex responsabile del settore giovanile al Valdarno e Castelfranco attualmente in carica presso la Bellaria Cappuccini di Pontedera, ci racconta la crescita della giovane Lucia, ormai idolo di tante bambine che, anche grazie al recente ingresso del calcio femminile nel mondo del professionismo, possono adesso sognare ancora più in grande.
Marco, cosa puoi dirci del percorso di Lucia dai primi calci fino all’esordio Mondiale? E che cosa occorre per raggiungere questi livelli?
Ho conosciuto Lucia Di Guglielmo al campo Abetone, ero andato per vederla giocare. Il suo esordio è stato infatti con i maschietti del Navacchio Zambra. Da lì sono poi riuscito a portarla alla società del Valdarno, poi divenuta Castelfranco, per la sua prima squadra femminile. Il trasferimento è andato a buon fine anche grazie alla collaborazione con Valerio Bachi che come me ricopriva il ruolo di responsabile del settore giovanile. Con noi Lucia è cresciuta sia in campo sia fuori prima della consacrazione sportiva avvenuta con il passaggio in prima squadra alla guida del mister Alessandro Pistolesi. Fu una grande soddisfazione per tutti, all’ultima partita di Serie B del Valdarno (2012) avevamo infatti in campo ragazze molto giovani, di 14 e 15 anni: tre classe 1997 tra le quali, oltre a Lucia, anche Anna Landi e Cecilia Prugna – che sarebbe poi approdata in nazionale azzurra – e una classe 1996, Chiara Caldesi. Sia Lucia sia Cecilia avevano già dimostrato grandi qualità ma, a parte le doti naturali, per raggiungere alti livelli occorrono senza dubbio grande volontà e tanto, tantissimo sacrificio. Tuttavia posso dire che anche questi valori non bastano: per una buona crescita sportiva è anche essenziale un settore giovanile ben strutturato e organizzato, cosa che Lucia ha sicuramente incontrato nel Valdarno-Castelfranco. A parte i meriti sportivi, Lucia si è anche laureata con il massimo dei voti all’Università di Pisa, una riprova del fatto che con impegno e sacrificio si possono ottenere grandi prestazioni su tutti i fronti: ovviamente occorrono costanza, fiducia nei propri mezzi e ambienti favorevoli alla crescita personale. Il famoso proverbio “volere è potere” qui calza proprio a dovere!
L’hai sentita prima della partenza per il Mondiale? Cosa vi siete detti?
No, non l’ho sentita prima del Mondiale: la conosco, era in transagonistica meglio evitare! Ma l’ho sentita sicuramente dopo il grande successo scudetto con la Roma per complimentarmi. Mi ha risposto subito dopo i festeggiamenti, doveva scaricare tutta l’adrenalina che aveva addosso: è stata un’emozione fortissima!
Adesso ricopri il ruolo di responsabile del settore giovanile alla Bellaria Cappuccini di Pontedera, nel momento in cui il calcio femminile ha finalmente raggiunto il mondo del professionismo. Cosa devono aspettarsi le bambine di oggi da questo sport e in che cosa possono sperare?
Alla Bellaria Cappuccini abbiamo di recente costruito il progetto di una scuola calcio, un settore giovanile e una prima squadra. La nostra linea è molto chiara: abbiamo scelto staff importanti e vogliamo dare alle nostre ragazze considerazione a 360 gradi, curando aspetto fisico, tecnico e anche i modi di stare in campo. Le nostre ragazze avranno anche la possibilità di incontrare squadre professionistiche e di vederle all’opera: ovviamente conosceranno Lucia e non solo! Ci sono anche tante altre calciatrici di ottimo livello che vengono proprio dalle nostre zone come Aurora De Rita (Pontedera) e la stessa Cecilia Prugna (Pisa). Adesso con il professionismo le bambine hanno una prospettiva veramente importante ma occorrono la stessa serietà e la stessa considerazione che vengono riservate ai maschietti! Basta pseudo-allenatori, staff e ambienti scadenti, e i genitori sono i primi ai quali richiedo un cambio di mentalità! Chi oggi vuole intraprendere il percorso del femminile deve farlo impiegando le stesse risorse riservate anche al maschile e questo è il nostro obiettivo alla Bellaria Cappuccini: ci si diverte ma sempre imparando, solo così è possibile raggiungere alti livelli sportivi. Io farò sicuramente di tutto perché questo progetto possa essere realizzato.
Martina Crecchi – @Riproduzione Riservata.