PONSACCO. Ormai non si parla d’altro, e anche la Lega esplica la sua posizione in merito allo sviluppo del focolaio avvenuto presso il Palazzo Rosa di via Rospicciano.
Riceviamo e pubblichiamo in maniera integrale le dichiarazioni delle Lega Ponsacco.
Federico D’anniballe: “A fronte della notizia che ormai da alcuni giorni è divenuta di pubblico dominio e motivo non solo di grande emergenza ed apprensione per i nostri concittadini ma che ha anche avuto risonanza addirittura nazionale, viene da porsi una legittima e doverosa domanda:come si è potuto verificare un focolaio di tale portata (se rapportato al numero dei residenti all’interno dello stesso stabile) nel palazzo di via Rospicciano? Poteva essere in qualche modo prevenuto? E, se sì, come?
Gli effetti sulla collettività intanto sono stati i seguenti: scuole chiuse dall’oggi al domani, studenti nuovamente in didattica a distanza, dispiego senza precedenti di forze dell’ordine, di volontari e di sanitari, il tutto con un elevatissimo costo per la collettività appunto e con il rischio, visti i dati, di precipitare in ‘zona rossa’ tutto il comune. Dunque come siamo arrivati a tutto ciò? E, soprattutto, non era davvero possibile evitarlo? A queste due precise domande, alle quali peraltro la Sindaca, direttamente o indirettamente, non ha fornito risposta, neanche sollecitata in diretta RAI quest’oggi alla trasmissione televisiva “Oggi
è un altro giorno”, proviamo a rispondere noi della Lega Ponsacco.
Tutti sapevano, l’amministrazione per prima, che la zona in questione era a forte rischio, i noti precedenti inerenti alla violazione delle regole sul conferimento dei rifiuti, sulla circolazione stradale, sul rispetto della quiete pubblica e di tante altre regole di civiltà più spicciola, avrebbero dovuto già da subito far capire che gli abitanti del palazzo avrebbero potuto avere ‘qualche difficoltà’ (diciamo così!) ad osservare le misure di contenimento previste dalle disposizioni anti Covid in vigore, proprio per la ‘difficoltà’ che hanno sempre dimostrato nel rispettare regole più semplici e banali di civile convivenza.
Ognuno di noi ha potuto verificare come davanti al ‘palazzo rosa’, nelle sue pertinenze più
prossime e negli spazi adiacenti pubblici, vi fossero spesso e volentieri gruppi di persone in
assembramento sprovviste di mascherine, e di ciò non poteva non essere al corrente anche
l’amministrazione viste le lamentele che sovente provenivano, da sempre più cittadini. Se gli amministratori, che si fregiano sempre di conoscere bene i problemi del territorio e le necessità dei propri concittadini, dichiarassero di non essere al corrente della situazione annosa del palazzo, e del comportamento ‘poco rispettoso e poco corretto’ (per usare un eufemismo) da parte degli stessi abitanti (regolari o meno, è bene specificarlo!) del palazzo rosa, smentirebbero se stessi e mentirebbero spudoratamente. A meno che non abbiano vissuto fino ad oggi sulla Luna e non in Ponsacco!
Ora – continua Federico D’anniballe ; l’ordinamento degli Enti Locali attribuisce un ruolo centrale al primo cittadino, che viene qualificato come autorità sanitaria in situazioni emergenziali come quella che stiamo attraversando e soprattutto conferisce al sindaco uno strumento idoneo, se saputo utilizzare, a scongiurare questo tipo di eventi: l’ordinanza. L’articolo 50 comma 5 del testo Unico degli Enti Locali attribuisce al sindaco il potere di emettere delle ordinanze contingibili e urgenti, in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale. Ricordate quando la Sindaca, in occasione del marzo dello scorso anno, in pieno lock down, emetteva ordinanze di divieto assoluto e generalizzato di frequentazione ed utilizzo dei percorsi pedonali, degli argini e delle golene dei fiumi Era e Cascina? Ecco proprio di questo stiamo parlando.
Allora: che se avessimo avuto un sindaco veramente attento alla salute dei propri cittadini,
determinato ad adempiere in pieno al proprio ruolo di garante della salute di tutti, non avrebbe certo esitato ad emanare un’ordinanza ad hoc per quella specifica zona del paese, tanto chiacchierata e segnalata, senza invece perdere tempo a celebrare la sconfitta della pandemia, tappezzando di manifesti il paese, mentre proprio alle sue spalle si diffondeva questo ‘denso focolaio’. Se è vero dunque che la capacità prima di un bravo amministratore è quella di riuscire a prevenire, laddove possibile, ove i segnali di rischio sono così chiari e inequivocabili, il verificarsi di certi pericolosi episodi, non possiamo non evidenziare che il Sindaco Brogi e la sua giunta sono pressoché sprovvisti di questa capacità. Ora la Sindaca si sta affannando a comunicare ai propri cittadini, ad ogni occasione, ciò che sta facendo per la loro tutela, cercando di nascondere il proprio tardivo intervento e provando a ‘vendere’ un’evidente mancanza come fosse una lodevole virtù. Noi invece siamo convinti che maggiore capacità di controllo del territorio, più considerazione per la voce dei cittadini e uno spirito reattivo più pronto avrebbero potuto prevenire questa pericolosa situazione“.