Situazione lancio dei palloncini in provincia di Pisa: VTrend.it ne parla con l’esperto Marco Del Frate.
Raggiunto dai microfoni di VTrend.it, il Biologo Naturalista Marco Del Frate ha spiegato alcuni punti in merito alla pratica del lancio dei palloncini, anche in provincia di Pisa. Dal 2002 fa parte del gruppo di ricerca sulla fauna selvatica, in particolare sui grandi mammiferi dell’Università di Sassari. Attualmente ricopre il ruolo di responsabile dell’Area di Studio nel Parco Regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli, dove principalmente si occupa di gestione e ricerca sulle popolazioni selvatiche di Daino, Cinghiale e Lupo. Con lui avevamo parlato appunto di lupi.
Lupi in provincia di Pisa: Del Frate spiega dove si trovano e come comportarsi
“Le prime ricerche sugli effetti nocivi dei palloncini sull’ambiente risalgono agli anni ’80, ma è negli ultimi decenni che il problema ha ricevuto maggiore attenzione, tanto è vero che quando ero bambino questa risultasse una pratica molto diffusa… Però al tempo non c’erano conoscenze in merito, il ‘danno’ veniva fatto comunque, ma il tutto ero mosso da inconsapevolezza e buona fede. Studi attuali però, hanno dimostrato come i palloncini e i loro frammenti siano tra i più comuni rifiuti trovati sulle spiagge e negli oceani, con un impatto significativo sugli ecosistemi marini.
I palloncini rilasciati nell’ambiente, rappresentano un pericolo in particolar modo per la fauna marina. Gli animali marini, come tartarughe e uccelli, spesso li confondono con cibo (come meduse ad esempio), rischiando l’ingestione. Questo può causare blocchi nel loro apparato digestivo, malnutrizione e morte. Inoltre, contribuiscono alla diffusione delle microplastiche, frammenti minuscoli che si accumulano negli oceani e vengono ingeriti da organismi di tutta la catena alimentare”, spiega Marco Del Frate a VTrend.
“Danni come la morte di alcuni animali ed il conseguente impatto su delicati ecosistemi come quelli marini, sono purtroppo irreversibili. Tuttavia, ridurre o eliminare il rilascio di palloncini nell’ambiente può prevenire ulteriori danni: alla fine non vedo alcuna differenza tra rilasciare in natura palloncini o creare una discarica abusiva…sempre inquinamento nell’ambiente stiamo portando. Esistono moltissime alternative, che possiamo definire ‘più ecologiche’ a questa pratica che ormai dovrebbe considerarsi superata, considerato che in molte regioni d’Europa l’utilizzo di palloncini risulta vietato, come anche in molti comuni italiani: se non sbaglio il comune di Calci ne ha proibito l’utilizzo tramite una delibera comunale. Ci sono numerosi esempi concreti di animali trovati morti o malnutriti a causa dell’ingestione di palloncini. Le microplastiche, derivanti anche dai palloncini, sono state rilevate in molte specie marine, compresi pesci e molluschi che finiscono sulle nostre tavole. Questi effetti non solo colpiscono la fauna, ma potrebbero avere ripercussioni anche sulla salute umana”, continua Del Frate.
“Recenti studi hanno dimostrato la presenza di microplastiche anche nel sangue umano, suscitando grande preoccupazione nella comunità scientifica e sanitaria. Queste minuscole particelle, inferiori ai 5 millimetri, derivano dalla degradazione di materiali plastici come imballaggi, tessuti sintetici e, appunto, palloncini. Le microplastiche possono entrare nel nostro corpo attraverso l’aria, l’acqua e il cibo, e sono state trovate non solo nel sangue, ma anche in organi come i polmoni e il fegato. La scoperta di microplastiche nel sangue solleva domande sulle loro conseguenze a lungo termine sulla salute umana. Queste particelle possono essere trasportate nel sistema circolatorio e accumularsi in organi vitali, ma non si conoscono ancora completamente i meccanismi e gli effetti di questo accumulo.
L’informazione è fondamentale. Maggiore consapevolezza sui danni causati dai palloncini e dalle microplastiche potrebbe ridurre il loro uso e promuovere comportamenti più sostenibili. Le comunità devono essere educate riguardo ai rischi per l’ambiente e gli animali, incentivando scelte più responsabili per preservare gli ecosistemi marini, sottolinea Del Frate.
“Anche i palloncini definiti biodegradabili causano danni all’ambiente. Sebbene siano spesso realizzati in lattice naturale, che teoricamente ‘potrebbe’ biodegradarsi, la loro decomposizione avviene molto lentamente, soprattutto in ambienti marini. Questo significa che rimangono per lunghi periodi nell’ecosistema, esponendo comunque gli animali al rischio di ingestione. Inoltre, molti palloncini biodegradabili contengono additivi sintetici o plastici per migliorarne la resistenza o la durata, e questi componenti possono rilasciare microplastiche durante il processo di degradazione. Anche se la parola ‘biodegradabile’ può sembrare una soluzione ecologica, in realtà il tempo necessario per la decomposizione e i materiali aggiunti fanno sì che questi palloncini continuino a rappresentare una minaccia per l’ambiente”, spiega Del Frate.
“Considerando questi recenti studi, un’associazione di donatori del sangue che organizza un evento con il rilascio di palloncini potrebbe inviare un messaggio contraddittorio. L’intento positivo di promuovere la donazione del sangue per migliorare la salute umana sarebbe in netto contrasto con l’uso di palloncini, che contribuiscono alla diffusione di microplastiche nell’ambiente, e quindi, potenzialmente, anche nel corpo umano”, continua Del Frate.
“Infine, considerando gli investimenti fatti negli ultimi anni in termini di educazione ambientale nelle scuole, in particolare rivolti ai bambini, promuovere iniziative di questo tipo rappresenterebbe un vero e proprio passo indietro in termini di educazione civica. Chissà se saranno proprio i bambini a boicottare l’evento, forti delle conoscenze acquisite a scuola in materia ambientale… Sarebbe una grande soddisfazione, forse poco probabile, ma non impossibile: i bambini, con la loro semplicità e purezza d’animo, spesso ci sorprendono, dimostrando una maturità che molti adulti ancora non possiedono”, conclude Del Frate.
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