“Per Ponsacco” replica al consigliere del Movimento 5 stelle Gianluigi Arrighini: “Crediamo che qui, se c’è qualcuno che si deve dimettere, senza ombra di dubbio, quello è lui”
PONSACCO. “La nomina degli assessori avviene da parte del sindaco, con un atto amministrativo e su un incarico fiduciario. Pertanto, l’eventuale revoca delle deleghe, può essere fatta, sulla base di opportunità politico/amministrative, esclusivamente dal primo cittadino, rientrando nelle sue facoltà, e senza che vi siano obblighi di legge, né tantomeno alcun vincolo derivante da una mozione”. La lista civica “Per Ponsacco” replica alla richiesta di dimissioni dell’assessore Stefania Macchi avanzata dal consigliere del Movimento 5 stelle Gianluigi Arrighini (leggi) con la presentazione di una mozione nella seduta consiliare del 20 gennaio.
“Quanto riportato dall’assessore Macchi nasce dalla ricostruzione dell’episodio, al quale non era presente, ma che ha ottenuto parlando con un familiare e con le insegnanti, e non certo per voci riportate o leggendo i social – precisa la Lista civica in una nota -. Riteniamo che tutto questo rumore attorno ad una vicenda delicata, culminato nella presentazione di una mozione, non sia altro che una deprimente strumentalizzazione politica, fatta avvalendosi di fake news, prontamente smentite dalle informazioni che gli stessi inquirenti hanno poi fornito. Il Movimento 5 Stelle è risultato essere l’unico partito politico d’opposizione ad aver prestato il fianco al Comitato Ponsacco Pacificata, un gruppo di persone, il cui unico obiettivo sembra essere quello di cercare consensi e prepararsi il terreno per le prossime amministrative, attraverso attacchi politici di basso livello, che mirano a screditare l’operato dell’amministrazione, senza dare in alcun modo priorità alla protezione del minore, l’aspetto principale di tutta questa vicenda – prosegue le nota -. La motivazione per la quale si richiede al sindaco di ritirare le deleghe all’assessore Macchi, oltre a non costituire nessun obbligo, è persino immotivata poiché non si basa su un illecito o un’inadempienza dell’amministratrice, bensì sull’accusa di aver narrato una storia che non combacia con una versione data da altri e che, grazie alle conferme degli inquirenti, tuttavia, si scopre poi essere aderente alla verità”.
“L’assessore Macchi, oltre ad essere una persona che, con passione, dedica molto tempo al ruolo istituzionale, è anche un’amministratrice preparata, precisa, dotata di buon senso, che gode di stima da parte dei membri del Consiglio di Istituto e delle famiglie. Riteniamo quindi che il consigliere Arrighini abbia cavalcato una macchina del fango messa in piedi per screditare l’operato dell’assessore e, con lei, di tutta l’amministrazione, tentando di trasformare l’aula del consiglio comunale un tribunale, dove ci si sostituisce prima alle forze dell’ordine e poi al giudice, con tanto di sentenza e condanna – e conclude la nota -. Crediamo che ognuno debba concentrarsi sul proprio ruolo e, magari, cercare anche di farlo al meglio. Per un consigliere questo significa rappresentare la sua comunità tra i banchi del consiglio comunale, un ruolo di enorme responsabilità, per il quale si richiedono competenze e attitudini che si sviluppano stando a contatto con le persone e ascoltandole, in modo da diventare un punto di riferimento per il territorio, e maturando una certa credibilità, cosa che in questa vicenda il consigliere Arrighini non si è certo guadagnato. Crediamo quindi, alla luce di quanto accaduto, che qui, se c’è qualcuno che si deve dimettere, senza ombra di dubbio, quello è lui”