L’INTERVISTA. Vtrend ha intervistato il professor Marco Romanelli, docente dell’Università di Pisa e direttore della U.O. Dermatologia della A.O.U.P. di Pisa, presidente in carica fino al 2020 della World Union of Wound Healing Societies (WUWHS), la federazione mondiale che riunisce le principali società scientifiche internazionali che si occupano di riparazione tessutale cutanea. L’intervista realizzata per Vtrend è a cura della dottoressa Giulia Gianfilippo.
– Durante il periodo della quarantena, ma anche adesso, è diventata abitudine portare la mascherina, i guanti e adoperare il gel per proteggersi dal Coronavirus, questo soprattutto per gli operatori sanitari. Questi dispositivi, hanno creato problemi a livello dermatologico?
“I problemi maggiori, soprattutto per gli operatori sanitari, – spiega il prof Romanelli – è derivato dall’uso della mascherina e quindi problemi di reazione e di lesione al volto. Ci sono due tipologie di lesione: le piccole lesioni traumatiche dovute al contatto e le reazioni allergiche per l’uso prolungato della mascherina. I problemi maggiori, al volto, si sono presentati sulla sede nasale e nell’arco zigomatico, anche con reazioni dermatologiche molto importanti.”
– Cosa possiamo fare per riparare i danni dall’uso della mascherina?
“Non è solo un problema di sopperire ai problemi derivati dall’uso della mascherina, ma da come prevenire problematiche dovendo andare a dover utilizzare il dispositivo per un tempo prolungato, quindi la prevenzione. E’ consigliato utilizzare prodotti barriera, acquistabili in farmacia, con creme specifiche da applicare prima di indossare la mascherina. Ci sono anche degli Spray specifici che, come le creme, consentono di ridurre i problemi dermatologici per almeno due ore.”
– Il Covid19 cosa ha causato a livello dermatologico?“Si, il covid ha causato degli esantemi cutanei con lesioni similari a infezioni batteriologiche derivate da malattie virali su pazienti positivi, come eritemi e vesciche. Questo – continua il prof Romanelli – a livello dei piedi e delle mani, che si presentano con un colore violaceo/bluastro, come avviene con le temperature invernali. E’ inspiegabile come ciò avvenga con le temperature primaverili, quasi estive, ma che si risolvono con la defervescenza della malattia.”
– Il periodo di quarantena ci ha imposto un’esposizione ridotta ai raggi del sole, provocando alcune problematiche dermatologiche e di una ridotta produzione della vitamina D e quindi danni a tutta la pelle, con secchezza sia della cute che dei capelli e della perdita delle unghie. Cosa ci consiglia da un punto di vista dermatologico?“Le unghie in particolare devono essere molto curate in questo periodo, perché possono essere il ricettacolo del virus, pertanto devono essere tenute corte e limate. Evitare le lacche sulle unghie, soprattutto per i pazienti covid per motivi di controllo pneumologico. Il gel ci difende dal virus, ma rende la pelle delle mani molto più disidratata, pertanto si consiglia anche in questo caso l’uso di creme barriera e di pomate idratanti.
Finito questo periodo di quarantena, dove tutti ci stiamo piano piano riavvicinando a una sorta di normalità, quindi al mare o in montagna, come ci possiamo difendere dall’esposizione solare dopo un periodo così prolungato di mancato adattamento al sole?
Dobbiamo utilizzare degli oligoelementi, come il betacarotene – vitamina E/C, già da tre o quattro settimane prima dell’esposizione, in modo da favorire la melanina.”
– L’uso della mascherina al mare, con un lungo tempo di esposizione al sole, cosa può comportare in relazione all’esposizione solare?“E’ necessario effettuare sempre la preparazione all’esposizione ai raggi UVA, soprattutto ai soggetti più fotosensibili: pelle e occhi chiari, capelli rossi. Si va da un filtro solare con valore 50, fino ad arrivare a un filtro 30 per i soggetti meno a rischio, con pelle più olivastra e capelli neri.”
– Sempre sul tema dell’esposizione solare, in caso di patologie come il melanoma, cosa consiglia per evitare problemi più importante?“E’ il momento di effettuare degli screening specifici dal dermatologo, per ottenere la terapia giusta che consente di affrontare l’esposizione al sole. Tenere sempre d’occhio il colore, la forma e la dimensione. Più è grande – conclude Romanelli. – il diametro e più si va in profondità. Utilizzare sempre le creme protettive.”