PONTEDERA. La recrudescenza dei casi di Covid 19 necessita di incrementare le scorte di plasma iperimmune a disposizione dei nostri ospedali.
Qualche settimana fa, in un’intervista esclusiva, avevamo affrontato la questione del plasma iperimmune con il dottor Fabrizio Niglio, direttore dell’unità operativa di Immunoematologia e medicina trasfusionale di Pisa e Livorno, già primario del centro trasfusionale di Pontedera e Volterra. “Il plasma è uno strumento in fase di valutazione, ma molto importante. Non si tratta di una cosa di adesso ma, come sappiamo, è già stato utilizzato anche per altre patologie come la Sars o l’ebola” ci aveva spiegato il dottor Niglio.
Che cosa è il plasma iperimmune?
Il plasma iperimmune (o da convalescenti) è il plasma raccolto dai pazienti guariti dal Covid 19 che hanno sviluppato un elevato “titolo anticorpale”, cioè un numero consistente di anticorpi specifici utili a neutralizzare il virus e a ridurne la carica virale, attraverso l’immunizzazione passiva, a disposizione per la cura dei pazienti Covid-19 nell’ambito di studi clinici sperimentali o di trattamenti compassionevoli. La trasfusione di plasma è oggi considerata una terapia a basso rischio. In questo momento delicato, questo è stato l’appello del dottor Niglio: “Invito tutto i pazienti guariti da Covid-19 a venire a donare il plasma il prima possibile”. Adesso, dunque, l’obbiettivo è quello di trovare il maggior numero di donatori di plasma iperimmune.
Chi può donare plasma iperimmune?
Uomini e donne (che non abbiano avuto gravidanze portate a termine o meno), di età compresa tra 18 e 60 anni; peso almeno 50 kg; soggetti ricoverati con diagnosi di COVID-19 dopo 14 giorni dal tampone negativo; soggetti che hanno già donato precedentemente plasma iperimmune; soggetti sintomatici con tampone positivo che siano stati in isolamento per 10 giorni (di cui lameno 3 senza sintomi) con tampone negativo. Chi si trovi nella condizione suddetta è invitato a prendere contatto con il proprio Servizio trasfusionale di riferimento per concordare e programmare una donazione di plasma.
Trovate la struttura di riferimento nell’elenco dei Serivizi Trasfusionali della Toscana(clicca qui)
Una volta contattato il Servizio Trasfusionale i possibili donatori sono chiamati per un colloquio durante il quale vengono informati dettagliatamente circa il programma, le sue modalità di esecuzione e le sue finalità e viene acquisito il consenso informato. Il Servizio Trasfusionale verifica anche la sussistenza dei criteri necessari per l’arruolamento (tramite questionario donatori e visita medica) e, valutata l’idoneità del candidato, concorda con il soggetto gli appuntamenti per la donazione del plasma iperimmune. I donatori residenti in Valdera, possono contattare il centro trasfusionale di Pontedera (0587273275) oppure le associazioni che fanno da supporto: Avis (0587291777) o Fratres (058754265).
Differenza tra Vaccino e Plasma Iperimmune
Plasma iperimmune: conferisce un’immunità passiva contro il patogeno. L’effetto delle globuline iperimmuni è istantaneo ed a breve termine: come tutte le immunoglobuline somministrate per via endovenosa, hanno un’ emivita di 72 ore e sono eliminate in circa 3-4 settimane;
Vaccinazione: induce un’immunità attiva e necessita di un periodo più lungo per creare una protezione efficace, ma duratura. Gli anticorpi specifici per un patogeno saranno dunque già presenti nell’organismo in caso d’infezione e l’entità della stessa sarà minima.
La Regione Toscana è capofila dello studio nazionale sperimentale Tsunami per l’utilizzo a scopo terapeutico del plasma iperimmune di pazienti convalescenti e guariti dal Covid-19.
©Riproduzione riservata