PONTEDERA. È Giorgio Petralli, Commissario della Lega sezione Pontedera, ad intervenire in merito all’espressione “messa alla gogna dalla Lega” utilizzata in questi giorni per la sardina pontederese, che ha fatto tanto discutere per aver affermato di comprendere il gesto del giovane immigrato che, a Livorno, ha prima ucciso e poi cucinato il gatto in strada.
“Prima di tutto ci tengo ad esprimere la mia solidarietà e di tutti i componenti del partito che ho l’onore di rappresentare per le offese e le minacce a Meryem Ghannam, purtroppo noi della Lega, ed in primis il nostro Federale Matteo Salvini, sappiamo perfettamente cosa vuol dire, essendo continuamente attaccati con ogni mezzo senza ricevere quasi mai la stessa solidarietà dal mondo politico ed istituzionale.” È con queste parole che esordisce il Commissario Lega pontederese e prosegue: “Entrando nel merito della vicenda la sig.ra Meryem Ghannam non è una semplice attivista, si definisce la responsabile per Pontedera del movimento Sardine, movimento che mi sembra sia lontano dal voler entrare nel dibattito politico, anzi. Meryem è quindi a tutti gli effetti un attore politico del territorio e deve assumersi le responsabilità per le proprie idee ed i propri pensieri senza incolpare nessuno se esse non sono condivise, ed una sua dichiarazione pubblica come quella che ha rilasciato sui social può e deve essere criticare, fa parte del normale dibattito politico.”
“La sua posizione di sostanziale difesa e comprensione dell’atto abominevole compiuto dal migrante in Italia dal 2018 è lontana anni luce dal nostro modo di vedere l’integrazione e lontana dalle normali regole di convivenza e buon senso” – continua Petralli – “Quindi era normale che tali affermazioni fossero da noi riprese e criticate duramente ed aspramente, come fortunatamente la stragrande maggioranza delle opinioni espresse in merito dai cittadini.”
“La politica è anche questo, attacchi, critiche anche aspre, divergenze di opinioni, sempre nei limiti del rispetto dell’avversario politico, se non siamo pronti ad accettare tali sfide forse sarebbe meglio non farne parte” – conclude Petralli.