La presidente dell’Ordine Gulino: “Esempio di solidarietà sociale da valorizzare”.
Il caso della ragazza picchiata da un branco di coetanee alla fermata dell’autobus a Pontedera ha suscitato sentimenti contrastanti, sia per l’orrendo gesto di un gruppo di giovani donne che ne aggredisce un’altra, sia per il fatto che mentre avveniva la scena, alcuni hanno preferito filmare piuttosto che intervenire, ma anche per il bell’esempio di un ragazzo che ha rotto il muro dell’indifferenza, proteggendo la giovane.
“Spesso come psicologi siamo chiamati a intervenire per aggressioni o situazioni di disagio, per analizzare i processi sottesi alla rabbia, all’aggressione e all’indifferenza che li accompagnano – afferma Maria Antonietta Gulino, presidente dell’Ordine degli Psicologi della Toscana – Spesso come cittadini assistiamo a episodi di violenza in cui le persone che vi assistono invece di intervenire in difesa della vittima rimangono indifferenti o, peggio, col cellulare in mano riprendono le scene come se fosse un film e non la realtà”.
“Questa volta invece ci troviamo di fronte a un comportamento efficace che speriamo sia un forte input per altri per allontanarsi dall’individualismo: il giovane che protegge una ragazza attaccata da un gruppo di coetanee è un esempio di solidarietà sociale e assunzione della propria partecipe responsabilità – continua la presidente -. Questo gesto carico di coraggio è la base da cui ripartire per ricreare quella solidarietà sociale che può contribuire a fermare le aggressioni e le violenze sempre più diffuse e a rinforzare la proattività”.
Sul caso interviene anche il sindaco di Pontedera, Matteo Franconi. “Indignarsi é inevitabile ma non basta. Perché l’indignazione é una reazione troppo debole di fronte al video della giovane studentessa aggredita da alcune coetanee alla fermata degli autobus di fronte al villaggio scolastico. La mia reazione – scrive il primo cittadino sui social – osservando quelle immagini é fatta di tre parole. Esemplarità: chi usa la violenza deve essere punito, senza “se” e senza “ma”. Responsabilità: sferrare un cazzotto non è coraggio, anzi. Errore: credere che tutti i giovani di oggi siano violenti e maleducati é il più grande errore in cui si può cadere basandoci sul racconto distorto dei social”. di MF