PONTEDERA. Profondo cordoglio per la scomparsa dello storico collaudatore della Piaggio Giuseppe Cau.
La comunità di Pontedera è scossa per la scomparsa di Giuseppe Cau. E’ venuto a mancare all’età di 95 anni. Collaudatore, pilota, acrobata, Cau è arrivato a Pontedera nel 1948 e da lì “ha percorso le strade scrivendo, con compagni di avventura memorabili, pagine vergate da passione e amore, che rimarranno scolpite nella memoria collettiva della nostra città”, si legge sulla pagina Facebook del Comune. Il suo nome infatti, ha segnato in maniera indelebile la storia della Vespa per decenni. La salma è esposta nella Cappellina della Pubblica Assistenza di Fornacette. Il funerale sarà celebrato Lunedì 3 Giugno alle 15 nella Chiesa del Sacro Cuore, Villaggio Piaggio di Pontedera.
“Ti ricorderò sempre così, sorridente e innamorato della vita e della Vespa. Quando ti sentivamo parlare delle tue gesta da collaudatore, pilota, acrobata, ti brillavano gli occhi come ad un bambino. Grazie per tutto quello che hai fatto per la Vespa e che avete fatto; senza di te il nostro mondo non sarebbe lo stesso“. E’ commosso il ricordo di Eugenio Leone, presidente nazionale Anci – città dei motori, per la scomparsa dello storico collaudatore della Piaggio.
Come lo ricorda?
“E’ stato il primo collaudatore della Vespa, una delle prime persone a sedersi sulla due ruote della Piaggio quando ancora era a Roma all’officina meccanica che sarebbe diventata il primo concessionario Piaggio in Italia. – dice Leone a VTrend – Giuseppe ha visto nascere la Vespa, nel vero senso della parola: è stato il primo a collaudarla, il primo a montare sulla Vespa nella seconda metà degli anni ’40 finché quello che lui chiama ‘Il dottor Piaggio’ lo portò a Pontedera dove lui ha vissuto sempre, nella sua epopea vespistica”.
Una lunga epopea.
“Assolutamente. Giuseppe è stato la storia della Piaggio: – spiega Leone a VTrend – è stato accanto a Corradino d’Ascanio, a tutta la squadra dei primi anni ’50, ha collaudato tutte le Vespe di quegli anni fino al Ciao del 1967, che risollevò la Pontedera e la Valdera dopo l’alluvione”.
Lo conosceva bene?
“Lo consideravo un babbo, un nonno. Per me è quello che ha fatto nascere la passione e l’amore per la Vespa grazie ai racconti della sua epopea, delle gare, della storia. E come a me, ha trasmesso a tantissimi altri le sue conoscenze e passione. Era un punto di riferimento dei vespisti di Pontedera. – continua Leone – Un personaggio talmente importante per questo settore che è finito in tanti libri e tante raccolte fotografiche”.
Lei lo cita anche nel suo nuovo libro.
“Domani, 1 giugno, presenteremo un libro dove c’è una storia che Giuseppe raccontava spesso: lui che arriva a Pontedera, ancora vittima dei bombardamenti, su una Vespa e allontana la polvere per far spazio alla nuova Italia. .– conclude Leone – Giuseppe era l’eroe inconsapevole di quella rinascita, portando la ripartenza sopra le due ruote della Vespa, un veicolo grazie al quale ha incrociato lo sguardo con una ragazza che poi è diventata sua moglie. Con lui se ne va un pezzo di storia”.
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