Ogni anno si registrano in Italia migliaia di casi di intossicazione e almeno una decina di decessi determinati da funghi tossici.
Per una valutazione di commestibilità dei funghi spontanei raccolti, i cittadini possono portarli agli Ispettorati micologici delle Agenzie di Tutela della Salute. Per questo esiste un ufficio preposto a prendere ‘la patente’ per la raccolta.
Chiunque voglia raccogliere funghi epigei freschi, per passione o per lavoro, deve chiedere un permesso al Comune di residenza. Il permesso può essere richiesto solo dopo aver frequentato un corso, e quindi conseguito l’attestato di idoneità, presso la ASL di appartenenza o presso un’associazione micologica.
Sono sin troppe le cause di avvelenamento che in questo periodo si registrano a causa di funghi ‘non buoni’. Nelle ultime ore: Corriere Veneto:Treviso, avvelenati dai funghi, Sky TG 24; avvelenamento da funghi, coppia in gravi condizioni a Treviso, il quotidiano il Tirreno: un’intera famiglia composta da quattro persone, genitori e due bambini, è stata ricoverata all’ospedale Lotti per un’ intossicazione alimentare da funghi.”
A questo proposito ecco alcune precisazioni e raccomandazioni pubblicate sul portale dall’ospedale Bambino Gesù. che meglio chiarisce alcuni aspetti a seguito dei disturbi provocati dell’ingerimento di funghi:
Sul portale si riporta:“Quelli che chiamiamo funghi sono il frutto di una vegetazione, costituita da una serie di filamenti (ife) presenti nel terreno, sotto le cortecce degli alberi, nel bosco o in altri ambienti.
I funghi commestibili sono macrofunghi gustosi con corpi fruttiferi e miceli, sia spontanei sia coltivati, e rappresentano una piccolissima parte delle circa 150.000 specie della Terra. Tra tutte le specie di funghi ce ne sono di tossici e tra questi alcuni sono letali.
L’effettiva incidenza annuale non è completamente definita, poiché dipende fortemente dall’ecologia locale e dalle tradizioni gastronomiche, ma si ritiene che sia sottodiagnosticata o sottostimata.
Un discreto numero di intossicazioni non è dovuto all’ingestione di funghi velenosi, ma piuttosto a un uso non corretto. Spesso infatti vengono mangiati senza un’adeguata cottura, in cattivo stato di conservazione, in fase troppo avanzata di maturazione (decomposizione) o in eccessiva quantità.
Si tratta di un prodotto molto gustoso, ma deve essere raccolto da persone con adeguata esperienza specifica, in quanto è possibile andare incontro a gravi problemi di salute.
La distinzione tra funghi commestibili e non tossici presume una conoscenza delle loro caratteristiche botaniche, diverse per ogni singola specie.
Vi sono anche notevoli somiglianze tra funghi commestibili e velenosi che possono indurre chi li raccoglie in pericolosi errori: solo l’identificazione fatta da esperti può dare certezza sulla loro commestibilità. Il servizio di controllo da parte di un micologo è in genere disponibile presso l’ASL di zona ed è gratuito.
Bisogna inoltre ricordare che per la raccolta è necessario essere muniti di apposito tesserino di idoneità sul quale sono riportate le generalità e la fotografia del raccoglitore autorizzato (art. 4, L.R n.32/1998). Il tesserino di idoneità viene rilasciato agli aspiranti raccoglitori che abbiano compiuto il quattordicesimo anno di età e abbiano frequentato un corso di formazione micologica conforme alla legge, della durata di 14 ore.”
Gli esperti possono confermare prima della somministrazione se i funghi raccolti sono più o meno commestibili”.