Tra nuove aperture e chiusure il saldo è positivo. Pisa al terzo posto in Toscana per tasso di crescita.
“Nonostante il contesto profondamente condizionato dalle gravi tensioni provenienti dallo scenario geopolitico, dall’inflazione, dall’aumento dei costi energetici e dalla persistente difficoltà di reperimento di manodopera qualificata il 2023 si è comunque chiuso con numeri positivi per la dinamica d’impresa del nostro territorio” afferma il presidente di Confcommercio Provincia di Pisa Stefano Maestri Accesi commentando i dati UnionCamere sulla natalità e mortalità delle imprese italiane.
“Nell’ultimo anno sono 2.173 le nuove imprese registrate a Pisa e provincia, a fronte di 2.026 cessazioni, con un saldo positivo di 147 imprese e un tasso di crescita dello 0,35%, leggermente inferiore alla media nazionale, ma tra i più alti della regione. Nell’intera Toscana Pisa si conferma tra le province con il più alto tasso di crescita rispetto al 2022, al terzo posto, dietro a Grosseto e Prato. Un segnale incoraggiante, anche considerando il complessivo rallentamento della dinamica imprenditoriale nell’ultimo decennio, dove comunque nella macro area della Toscana Nord-Ovest la nostra provincia è quella che ha perso meno imprese, lo 0,6% rispetto al 2011”.
“Questi dati dimostrano la tenuta del tessuto economico del territorio nonostante gli anni devastanti della pandemia e un contesto in cui il sentiment degli imprenditori mostra una preoccupazione sempre più profonda” commenta il direttore di Confcommercio Pisa Federico Pieragnoli “principalmente a causa delle ristrettezze economiche delle famiglie, dovute al caro vita e al caro bollette, in una condizione di redditi stabili, e dall’incertezza per l’andamento degli scenari internazionali e i conflitti in Ucraina e Medio Oriente”.
“La nostra provincia, dotata di buoni servizi e di un variegato e capillare sistema di piccole e medie imprese del turismo, della cultura e del tempo libero, presenta ancora notevoli margini di crescita, soprattutto sotto l’aspetto della sicurezza, per il quale auspichiamo un ulteriore impegno da parte di amministrazioni comunali e forze dell’ordine, e del mismatch tra domanda e offerta di lavoro, considerando la carenza di personale che ancora affligge moltissime aziende del territorio. Anche per il primo trimestre del 2024 il 55% delle imprese di Pisa e provincia avrà difficoltà a reperire personale qualificato: una tendenza che deve essere assolutamente invertita, magari attraverso ulteriori investimenti in una formazione professionale e in un orientamento scolastico sempre più attenti e ricettivi ai fabbisogni delle imprese, oltre che in nuove forme di incentivi per le assunzioni e una semplificazione per le agevolazioni esistenti”.