La sua storia è un monito a non arrendersi mai di fronte alle difficoltà e a sfruttare ogni occasione che la scienza ci mette a disposizione per guarire.
Non è frutto di fantasia, ma pura realtà. È la testimonianza che una lettrice di VTrend.it, che per comodità chiameremo “Maria“, ha voluto condividere con noi, raccontando la sua esperienza con l’epatite C. Un percorso difficile, ma che grazie ai progressi della medicina si è concluso con la guarigione.
“Tutto è iniziato molto velocemente”, racconta Maria, “a seguito di un piccolo malore che mi ha costretto a recarmi al pronto soccorso di Pontedera”. Fino a quel momento, il suo stato di salute non destava preoccupazione. Tuttavia, mentre era ancora distesa sul lettino del Pronto soccorso, un medico le si avvicina con i risultati delle analisi. “Il suo problema di aritmia cardiaca non presenta particolari evidenze”, le disse, “ma lei sa di aver contratto l’epatite C?”
Per Maria fu come se il mondo le crollasse addosso. Una parente stretta era già deceduta a causa di quella malattia. “Non avevo idea di quando avessi contratto il virus, era una malattia subdola che non dà segnali per anni”, prosegue. Con il supporto del medico di base, iniziò ad affrontare la situazione, consapevole che avrebbe dovuto convivere con il virus.
“Facevo attenzione a non sfiorare nessuno, anche se sapevo come mi avevano dettagliatamente spiegato i medici che la contaminazione avveniva attraverso inoculazione per esempio di sangue infetto, oppure l’uso di aghi, siringhe contaminate ed altro, ma per avere la massima sicurezza e per mio personale scrupolo, usavo stoviglie personali e avevo la massima cura nell’igiene”, spiega Maria, “come quella di distinguere gli asciugamani; questi erano solo alcuni dei tanti accorgimenti”.
Così, per mesi Maria, continuò a sottoporsi a diversi controlli. Un giorno, però, la svolta. Un familiare, di ritorno da un convegno medico, le comunicò una notizia che sembrava incredibile: l’epatite C si poteva curare. “Ero stordita da quelle parole inattese”, racconta, “ma la cosa era reale”.
Grazie a un’iniziativa della Regione Toscana, Maria poté accedere gratuitamente a una cura innovativa. Dopo aver completato il necessario iter burocratico, iniziò il trattamento presso la clinica di epatologica di Cisanello. “Ricordo ancora il medico che mi seguiva, una persona straordinaria. Seguiva noi pazienti con leggerezza e disinvoltura, donandoci fiducia e speranza”.
Dopo diversi mesi di cura, i farmaci funzionarono: il virus dell’epatite C era stato sconfitto. “Certo, il fegato ne ha risentito”, ammette Maria, “ma il male se n’era andato. Finalmente ho potuto riabbracciare i miei cari e, soprattutto, i miei nipotini con sicurezza”.
Maria conclude il suo racconto con un messaggio di speranza: “Le opportunità come quelle lette sul vostro giornale (VTrend) non vanno perse. Oggi, l’epatite C si può sconfiggere, e questo è un traguardo straordinario della medicina”.
La sua storia è un monito a non arrendersi mai di fronte alle difficoltà e a sfruttare ogni occasione che la scienza ci mette a disposizione per guarire.
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