Il plauso dell’associazione di categoria alla smentita del sindaco Michele Conti ieri in consiglio comunale riguardo la chiusura dei locali in centro alle 23.30.
“Un vero sospiro di sollievo la smentita del sindaco Conti sulla chiusura anticipata delle attività per le emissioni sonore. Sarebbe stato davvero un colpo basso verso tutti gli imprenditori che lavorano nel pieno rispetto delle regole”. Non esita a definire “paradossale” la vicenda dei locali di Piazza delle Vettovaglie e Borgo Stretto il direttore generale di Confcommercio Pisa Federico Pieragnoli: “Imporre la chiusura alle 23.30, oltre al divieto di diffondere musica, sarebbe stata un’azione veramente ai limiti della realtà, con l’unica conseguenza di colpire imprenditori che investono migliaia di euro per dotarsi di impianti elettroacustici per limitare le emissioni, oltre ad essere i primi promotori di un divertimento sano e di una movida positiva”.
“Il rispetto delle regole deve essere sacrosanto, ma tutti siamo chiamati a fare la nostra parte per tutelare commercianti e titolari di pubblici esercizi in regola. Per questo – continua Pieragnoli – non ci stanchiamo di invocare buon senso nei controlli. In una situazione socio-economica difficile come quella attuale non è pensabile imporre la chiusura di un’attività. Decoro e sicurezza a Pisa sono possibili solo se tutti, commercianti, residenti, amministrazione e forze dell’ordine lavorano nella stessa direzione e auspichiamo che ogni provvedimento sia concertato e condiviso, con la massima collaborazione che abbiamo sempre garantito”.
“Bene che non sia prevista alcuna chiusura per le attività del centro, concentriamo piuttosto tutti gli sforzi nella lotta serrata e senza quartiere a spacciatori e abusivi” l’invito del vicepresidente vicario di Confcommercio Pisa Alessandro Trolese. “Purtroppo lo spettacolo al quale assistiamo è sempre lo stesso: zero flessibilità con chi fa di tutto per rispettare le regole, mentre spaccio, alcool illegale e degrado dilagano nell’impunità. Il problema del centro storico non sono i locali che garantiscono un presidio di legalità, ma i minimarket e le attività che vendono alcool in modo abusivo e fuori controllo a cifre ridicole a minorenni e non solo, oltre ai ben noti fenomeni di spaccio e microcriminalità. L’abusivismo e l’illegalità compromettono l’immagine e la qualità del lavoro di tutte quelle imprese e quei locali che le regole le rispettano quotidianamente, oltre che l’immagine stessa della città, e siamo convinti che eliminando ogni forma di abusivismo il 99% dei problemi della cosiddetta malamovida sarebbero risolti”.
