PISA. Confcommercio scende in strada per protestare contro le misure imposte dall’ultimo Dpcm.
Una manifestazione di protesta contro il Governo, che a colpi di DPCM, penalizza- secondo Confcommercio- le imprese del terziario. Confcommercio Provincia di Pisa chiama tutti alla mobilitazione, imprenditori e artigiani, partite Iva e dipendenti, fornitori e semplici cittadini, per dire che non solo di Covid si muore, ma anche di crisi economica, disoccupazione, povertà, disperazione. Chiusi per sempre – “Imprese al collasso, lavoratori a casa” – è questo il claim della mobilitazione pisana in programma venerdì 30 ottobre con inizio alle 19. Partenza da Palazzo della Prefettura e arrivo del corteo in piazza del Duomo, dopo aver attraversato alcune vie del centro storico.
“Protesta e proposta, come sempre facciamo” – annuncia la presidente di Confcommercio Federica Grassini: “Qui muoiono migliaia di imprese e si bruciano centinaia di migliaia di posti lavoro, ed è l’ora di finirla di colpire sempre imprenditori, commercianti, professionisti, partite Iva che invece di ricevere uno stipendio dallo stato, il proprio reddito se lo sudano tutti i giorni. Le stesse evidenze scientifiche dimostrano che negozi, locali, palestre, cinema, teatri e quant’altro non sono luoghi di contagio, eppure il Governo, al quale abbiamo già scritto, continua imperterrito sulla falsariga delle chiusure imposte dall’alto senza nessuna logica. I protocolli di sicurezza ci sono, gli imprenditori hanno investito soldi e li applicano con scrupolo e responsabilità. Fateci lavorare, non portateci alla disperazione e del caso, prima deliberate la cancellazione immediata delle tasse, i contributi a fondo perduto e tutto il resto e soltanto dopo, eventualmente, adottate eventuali restrizioni, altrimenti così è impossibile continuare”.
Tra le proposte, la presidente Grassini sottolinea tre interventi urgenti che il Governo deve adottare subito per sostenere in qualche modo le imprese colpite: “Cancellazione e non semplice rinvio di tutte le tasse nazionali e locali, compreso il taglio dell’IVA; stanziare contributi a fondo perduto per una quota significativa dei mancati incassi; sblocco dei finanziamenti anche per quelle imprese che a marzo 2020 non avevano onorato in modo puntuale le rate derivanti da prestiti o non erano in regola con i contributi previdenziali”.