La stagione inaugura il 20 e 21 novembre 2024 con Alessandro Haber protagonista de La coscienza di Zeno di Italo Svevo, regia di Paolo Valerio.
Il Teatro Era di Pontedera rappresenta nella Fondazione del Teatro della Toscana la struttura dedicata alla ricerca e all’innovazione, per storia e per vocazione, oltre che per la specificità del ruolo che ha assunto dal momento della nascita del Teatro Nazionale nel 2014.
Oggi questa vocazione viene implementata e potenziata, trovando completa attuazione nel progetto che nasce dalla riscrittura innovativa di Michele Santeramo intorno al celebre Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand: De Bergerac – Fantasmi dal Cyrano De Bergerac, in scena in prima nazionale al Teatro Era nella primavera 2025.
Il progetto punta alla messa in scena dei personaggi di Cyrano, Cristiano e Rossana che richiamano quelli già apparsi nell’ambito del Festival Un’Era d’Amore per vivere oggi, insieme, in un rapporto diretto con gli spettatori. In continuità con quel tempo nasce il progetto al quale il Teatro della Toscana sta lavorando da tempo, e che coinvolge il Teatro Stabile di Bolzano, partner di molte altre produzioni.
Andare oltre, innovare, guardare al futuro, non solo immaginandolo, ma usando ogni forza e capacità per definirlo e attuarlo, rappresenta l’intento del Teatro della Toscana riguardo al Teatro Era, sempre più impegnato nel creare ponti tra le discipline e le generazioni, nel solco di un nuovo modello di teatro aperto alla società e alle sfide del presente. In questo quadro, l’attività del Teatro è sostenuta anche da importanti imprese del territorio della Valdera, come Revet, secondo un nuovo rapporto tra teatro e impresa denominato D’Arte e d’Impresa.
L’esito di De Bergerac si fonda parimenti sul progetto Il Teatro torna a scuola, con cui Michele Santeramo per la drammaturgia, Roberto Bacci per la cura dello spazio scenico, Pier Giorgio Cheli per il marketing, si sono messi in ascolto delle giovani generazioni, grazie alla collaborazione con l’assessorato all’Istruzione del Comune di Pontedera e alcuni insegnanti del Polo Scolastico di Pontedera, incontrando in aula le ragazze e i ragazzi non come insegnanti, ma come professionisti intenti a parlare con loro e conoscere le loro abitudini. Visto il successo della prima edizione nel 2024, Il Teatro torna a scuola sarà replicato nel 2025.
L’obiettivo è costruire un nuovo teatro attraverso una comunità che si realizzi con il costante sguardo alla nostra Storia, a chi in altri tempi, diversi, ma tanto simili agli attuali, ha avuto il coraggio di aprire nuove strade. Il Teatro della Toscana è il Laboratorio di una ricerca qualificata che parte sempre dal rispetto del pubblico e del Teatro, e fa riferimento ad artisti assoluti, quali quelli che fanno parte della stagione del Teatro Era e della Fondazione, in generale.
Il Teatro della Toscana è il Teatro della Città e delle Città in cui opera: un lavoro per il pubblico e con il pubblico, tanto che, la campagna abbonamenti della stagione 2024/2025 sta registrando il record di 319 abbonamenti, grazie anche alla collaborazione della Fondazione Peccioliper, battendo il record di 290 della scorsa stagione, e mancando ancora 2 settimane alla chiusura della campagna.
E poi, tutto esaurito per l’apertura il 20 e 21 novembre con Alessandro Haber ne La coscienza di Zeno da Italo Svevo, regia di Paolo Valerio, e pochissimi i posti ancora disponibili per Mein Kampf di e con Stefano Massini, il 6 e 7 dicembre.
Riportiamo integralmente il discorso del Sindaco Matteo Franconi:
“Bentornato Teatro,
grazie.
Grazie di averci scelto,
d’averlo fatto anche stavolta;
d’aver rinnovato con questa città,
che ti ama,
una promessa d’amore;
quella che mezzo secolo fa
il fuoco della ricerca accompagnò alle porte del futuro,
quella che,
dalla periferia del mondo, in via Manzoni,
ti chiese di portare il mondo a Pontedera,
in un luogo piccolo,
sulle spalle giganti di Eugenio e Dario,
Giovanna, Roberto e Carla,
Luisa, Silvia e Jerzy,
Thomas, Mario, e Luca
fino a tutti gli altri ancora.
E tu ce lo portasti davvero il mondo,
in quel crocevia vivo
di generazioni e tradizioni,
in quello snodo
di stupori e sperimentazioni,
un luogo incantato della mente
dove, ogni volta,
fai emozionare la gente.
Da allora
mai hai smesso di tradurci il mondo,
perché sai farlo davvero,
ovunque e sempre,
da due millenni e mezzo,
con quel respiro identico
e sempre diverso.
Lo farai anche stasera,
in questa casa nuova
che tre lustri fa ti abbiamo offerto,
per dirti grazie
d’ogni miracolo che va in scena,
impastato di scrittura,
recitazione,
musica e regia,
un groviglio che si scioglie,
esatto, sulla battigia della bellezza.
Grazie caro Teatro,
per quella tua capacità
di dare i nomi alle cose,
e che spesso cose non sono.
Grazie caro Teatro,
per quella eleganza
con cui ci inviti a vedere quel che succede
e che noi
ci ostiniamo soltanto a commentare.
Grazie caro Teatro,
per quella delicatezza
che ci usi
quando rubi il presente dal tempo
e lo doni allo spazio che serve per guardarci dentro.
Grazie caro Teatro,
per quel viaggio
senza porti dove ogni volta ci porti,
per costringerci a pensare
anche quando vogliamo soltanto capire,
per resisterci e darci modo di resistere,
a chi lo vuole inaridire quel mondo che ci hai portato,
a chi lo vuole all’altezza esclusiva delle proprie presunzioni,
a chi lo reclama soltanto diverso,
a chi pretende di saperlo più di ogni altro.
Caro Teatro
stasera ti accogliamo
felici di viverti,
per un’altra stagione.
Non sarà facile
e neppure scontato
ma ti promettiamo
che terremo all’amore di quella promessa.
Grazie“.