Il caro bollette grava sulle spalle degli esercenti di bar e ristorazione: Giuseppe Ferranti, titolare di due attività in Valdera, spiega i problemi e le difficoltà legate ai rincari e le preoccupazioni per il futuro.
Non una novità, quella del caro bollette, da mesi ormai sotto gli occhi di tutti. A risentire del rincaro di gas e luce, anche gli esercenti del mondo di bar e ristorazione, già fortemente provati dalle chiusure e dalle restrizioni loro imposte nel periodo di pandemia.
La situazione, che per il momento è ancora sostenibile, ha già comunque generato una forte preoccupazione anche ai titolari delle attività locali, costretti a interrogarsi sul futuro incerto del loro lavoro e sui vantaggi e gli svantaggi delle misure necessarie per limitare le difficoltà del momento.
Così ha, infatti, spiegato a VTrend.it il signor Giuseppe Ferranti, titolare di Dolci Creazioni SRL e Pasticceria Alex a Bientina:
“Il caro bollette sta creando disagi al nostro settore, si parla infatti di cifre che sono aumentate di ben cinque volte, che si presentano oltretutto dopo il duro periodo della pandemia.
Sono e siamo preoccupati anche perché ci stiamo avvicinando alle festività natalizie: mi chiedo, infatti, se gli aumenti potranno penalizzarci in prospettiva di quel periodo, uno dei più importanti dell’anno a livello lavorativo.
Tra le misure che potremmo adottare per contenere le ingenti spese a nostro carico potrebbe esserci il rialzo prezzi dei nostri prodotti – spiega Ferranti – ma possiamo spingerci fino a pochi centesimi sulle colazioni o qualche euro soltanto sulle torte, senza quindi arrivare mai davvero a sopperire alle difficoltà del caro energia.
Al momento la situazione è ancora sostenibile ma sono preoccupato in prospettiva, il nostro lavoro potrebbe risentirne, anche per la collocazione che abbiamo, in piccole realtà: il turismo non è certo quello delle grandi città, quando le persone viaggiano si sa che non badano a spese ma che questo scenario si verifichi nel giro dei clienti abiutali è certamente più difficile”.
Ferranti auspicherebbe una protesta su scala nazionale: “un lockdown, come quello del 1970: meglio sopravvivere a tre mesi di chiusure che a tre mesi di caro bollette!” ci dice, per sottolineare quanto complicato sarà, forse, il prossimo futuro per gli esercenti come lui di bar e ristorazione, anche in Valdera.
M.C. — © Riproduzione Riservata