La questione, tutt’altro che risolta, è destinata a restare al centro del confronto politico e sociale nei prossimi mesi, specie in vista delle elezioni regionali.
L’introduzione dei bagni neutri all’Istituto Marconi di Pontedera ha acceso un acceso confronto politico e culturale, con dichiarazioni forti arrivate sia dal fronte del centrodestra che da esponenti della sinistra regionale.
La decisione della scuola, che ha dedicato una parte dei servizi igienici a studenti e studentesse che non si riconoscono nel binarismo di genere, è stata accolta con favore da una parte della comunità, ma anche con dure critiche da esponenti politici della Lega.
Meini (Lega): “Una deriva pericolosa per le donne”
La capogruppo della Lega in Consiglio regionale della Toscana, nonché candidata alla presidenza della Regione, Elena Meini, ha espresso netta contrarietà:
“C’è una paura, anche nelle istituzioni scolastiche e universitarie, di non essere abbastanza ‘politicamente corretti’ e di sentirsi in dovere di seguire battaglie che, dietro l’inclusività, vogliono scardinare i capisaldi della società. Una deriva ben rappresentata dai bagni ‘no gender’, arrivata anche a Pontedera“. Meini solleva inoltre una questione di genere, sostenendo che “questa scelta rischia di ledere soprattutto le donne” e citando la femminista Marina Terragni nella sua critica alla sostituzione del concetto di sesso con quello di genere.
Ceccardi (Lega): “Una forzatura ideologica, contro legge e buon senso”
Ancora più dura la reazione dell’europarlamentare leghista Susanna Ceccardi, che definisce l’iniziativa una “forzatura ideologica“:
“La scuola pubblica dovrebbe trasmettere certezze, non confusione sessuale. Siamo di fronte a un attacco alla realtà e anche alla legge. Il decreto ministeriale del 1974 parla chiaro: i servizi vanno separati per sesso. E i sessi sono due: maschio e femmina“.
Ceccardi accusa la sinistra di voler “distruggere l’identità sessuale” e di “usare la scuola per fare propaganda arcobaleno“.
Nardini (Regione Toscana): “Una scelta di civiltà, la Lega fa propaganda sulla pelle degli adolescenti”
Di tutt’altro tono la risposta di Alessandra Nardini, assessora regionale all’istruzione e alle pari opportunità, che ha espresso pieno sostegno all’iniziativa dell’Istituto Marconi:
“L’introduzione di bagni neutri garantisce il rispetto delle diverse identità di genere. In una fase delicatissima come l’adolescenza, è fondamentale che nessuno si senta discriminato“.
Nardini attacca frontalmente le critiche di Ceccardi e del consigliere comunale Quercetani, definendole “squallida propaganda contro la fantomatica teoria gender” e affermando che la destra “si disinteressa del benessere degli adolescenti“. “Discriminare è il punto numero uno del loro programma politico“, conclude l’assessora, esprimendo “massima solidarietà” all’Istituto e al dirigente scolastico.
Il caso Marconi riflette un dibattito più ampio che attraversa la società italiana: quello sul riconoscimento delle identità non binarie, sull’uso degli spazi pubblici, e sul ruolo della scuola come luogo di inclusione o di difesa di valori tradizionali. Mentre da una parte si parla di inclusività e diritti, dall’altra si teme una sovversione dei riferimenti educativi e culturali consolidati.