Nell’audio sopra, Aurora De Rita risponde alla domanda di VTrend.it sull’emozione della convocazione in Nazionale.
24 anni e la prima chiamata in Azzurro: Aurora De Rita, cresciuta a Bientina, ci racconta il suo percorso nel calcio, dagli esordi fino all’approdo in Nazionale maggiore, con il contributo di Marco Landi, direttore sportivo del Castelfranco, la sua prima squadra femminile.
BIENTINA – La giovane Aurora De Rita, nata a Pontedera e cresciuta a Bientina, comincia il suo percorso nel mondo del calcio a soli 6 anni nella categoria Pulcini del Castelfranco, prima di passare alle giovanili miste della Sextum Bientina dove rimane fino all’età di 12 anni. La prima opportunità di giocare in una squadra interamente femminile arriva invece nel 2012 con la società del Castelfranco, poi divenuta Empoli Ladies, grazie al ds Marco Landi, prima del trasferimento alla Sampdoria avvenuto nel 2022.
Dopo l’esperienza in Nazionale U23 del 2021, per Aurora De Rita è finalmente arrivato il momento di vestire la maglia azzurra della Nazionale maggiore: la calciatrice classe 1999 si trova infatti a Coverciano tra le 29 convocate di mister Soncin per i test amichevoli in programma contro Irlanda e Inghilterra (il match contro Irlanda si disputerà venerdì 23 febbraio alle 18.15 presso il Viola Park di Bagno a Ripoli).
Direttamente da Coverciano, la promettente difensore della Valdera si è dunque raccontata a VTrend.it, ripercorrendo gli esordi di carriera fino all’emozionante chiamata in Azzurro.
INTERVISTA AURORA DE RITA
- Aurora, andiamo dritti al punto: come hai vissuto la chiamata in Nazionale e quali sono le tue aspettative?
La chiamata in Nazionale è stata sicuramente la grande riposta a tutti i sacrifici che ho fatto. La convocazione nella squadra maggiore ha per me un valore importante per come è arrivata, è un traguardo che sento ancora più mio visto che non ho avuto un percorso lungo nelle Nazionali under come altre mie compagne: ho infatti partecipato soltanto a un raduno con l’under21 due anni fa. Non ho tuttavia aspettative particolari: cerco di vivermela al meglio e di prendere tutto quello che riesco da questa esperienza bellissima.
- Pensi che anche la Sampdoria, società per la quale attualmente sei tesserata, ti abbia messo nella giusta condizione per raggiungere questa convocazione così importante e prestigiosa? Come vivi lo spogliatoio nel club?
Sicuramente sì. La Samp mi ha offerto un ambiente perfetto per esprimermi al meglio, in tutta serenità e tranquillità, pensando esclusivamente alla prestazione in campo. Io e le mie compagne di club arriviamo da esperienze talvolta molto diverse e per questo cerchiamo sempre di darci una mano, con l’impegno di far sentire “a casa” anche le ragazze che provengono da più lontano: anche questo modo di vivere lo spogliatoio è un arricchimento personale e umano. Sul lato prettamente calcistico, invece, dobbiamo pensare sicuramente alla salvezza ma vedo comunque buoni margini di miglioramento per il futuro.
- Parlando di calcio femminile, purtroppo esiste ancora un divario troppo netto con il maschile: spesso le società propongono il progetto ma senza una reale intenzione di crescita. Pensi invece che sia arrivato il momento giusto per un cambiamento radicale?
Certamente. Purtroppo il calcio femminile non ha ancora grande rilevanza a livello nazionale, anche in termini di ricavi e di visibilità, e per molte società rimane dunque difficile intraprendere questo percorso in modo serio. Come femminile non abbiamo infatti ancora raggiunto il livello di altre nazioni ma credo comunque che il percorso intrapreso sia quello giusto e che le cose stiano piano piano cambiando: negli ultimi tre/quattro anni il movimento ha conosciuto miglioramenti importanti, per quanto riguarda strutture e gestione del professionismo. Mi auguro che tra qualche anno si riesca a investire in progetti veramente validi già a partire dalle giovanili.
- Per chiudere, Aurora, ne siamo molto curiosi: che rapporto hai mantenuto con Bientina, il paese nel quale sei cresciuta?
Come si sente dall’accento, ho perduto molto della mia toscanità: il parlare toscano è troppo marcato e nel club non mi capirebbero (dice ridendo – ndr). A parte questo, ho mantenuto un rapporto molto intimo con la mia “casa” e ogni volta che torno è come se non me ne fossi mai andata. La mia famiglia mi ha sempre sostenuto e continua a farlo, soprattutto mia sorella gemella che è tutta la mia vita: il mio grazie più grande va sicuramente a loro.
INTERVISTA MARCO LANDI
Orgoglioso della prima convocazione di De Rita in Nazionale, anche Marco Landi, ex d.s. al Castelfranco attualmente in carica presso la Bellaria Cappuccini di Pontedera, ha concesso a VTrend.it un breve intervento per ripercorrere gli esordi della giovane Aurora.
- Marco, sappiamo che conosci molto bene Aurora De Rita e che il suo esordio nel mondo del calcio femminile è avvenuto anche grazie a te: quali emozioni alla notizia della chiamata in Nazionale?
Ho conosciuto Aurorina – così la chiamavamo tutti per la sua fisicità esile – quando ancora giocava coi maschietti della Sextum Bientina: fui proprio io a occuparmi del trasferimento alle giovanili femminili del Castelfranco dove avrebbe poi vestito la maglia della prima squadra. Ricordo ancora un suo goal a Bari: fu un vero spettacolo, un tiro dalla traiettoria eccezionale che ancora mi si ripropone nitido agli occhi. Sono veramente felice per questo suo traguardo: era una ragazza solare ma anche di grande spessore, con una grinta e una forte determinazione per questo sono sicuro che non sprecherà l’importante occasione in Azzurro. La convocazione di Aurora, inoltre, avvalora ancora di più il lavoro che in quegli anni è stato svolto a Castelfranco: come lei, altre ragazze di zona passate da quella società hanno avuto, o tutt’ora hanno, la possibilità di vestire la maglia azzurra, penso a Lucia Di Guglielmo e Cecilia Prugna.
- La convocazione in Nazionale è il sogno che corona la carriera di qualsiasi sportivo ma quali sono le tue previsioni per il futuro di De Rita e della squadra Azzurra?
Credo che Aurora possa crescere ancora molto, anche considerando che la Sampdoria, squadra di Serie A dove attualmente milita, sta formando un vero e proprio staff di rilievo dopo le difficoltà registrate negli ultimi tempi. Per quanto riguarda la squadra Azzurra, non siamo invece molto distanti dai livelli più avanzati delle migliori Nazionali del momento ma bisogna proseguire con la stessa determinazione già esibita da alcuni club italiani attualmente al vertice come Juventus, Milan e Fiorentina. Sarebbe infatti fondamentale una maggiore attenzione per i settori giovanili di tutte le realtà, non solo di quelle più importanti e blasonate. In Toscana e in provincia di Pisa siamo tuttavia ancora carenti sotto questo profilo: chi vuole fare il calcio femminile spesso non è disposto a investire davvero nel progetto. Personalmente ho però la fortuna di lavorare con la Bellaria Cappuccini di Pontedera, una società che vuole veramente contribuire alla crescita del movimento: spero davvero che gli intenti rimangano gli stessi nel corso del tempo.
La redazione di VTrend.it esprime dunque i suoi migliori auguri ad Aurora, orgoglio di tutta la Valdera, per l’esperienza Azzurra e per il prosieguo di una lunga e luminosa carriera.
Martina Crecchi
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