Un saluto affettuoso e collettivo, quello che oggi Ponsacco dedica a uno dei suoi volti più autentici.
Nei giorni scorsi è venuto a mancare all’età di 93 anni Poldo Filippeschi, figura storica della comunità ponsacchina. Ex gestore del Circolo “La Rinascita” nei suoi anni più vitali, operaio Piaggio nei tempi d’oro della fabbrica pontederese e militante comunista dal tratto umano profondo e inclusivo, lascia un ricordo vivido in tutti coloro che lo hanno conosciuto.
A tratteggiarne la figura con parole dense di affetto è stato il nipote Marco Filippeschi, sindaco di Pisa dal 2008 al 2018, che ne ha ricordato la vita e il carattere in un messaggio pubblico carico di emozione:
“Oggi l’ultimo saluto a mio zio Poldo. Poldo Filippeschi, 93 anni, famiglia di origine mezzadrile, fra il larigiano e Fauglia, secondo di cinque, fratelli e sorella. Era molto conosciuto in Val d’Era“, ha scritto.
“Gestore del Circolo ‘La Rinascita’ di Ponsacco nei suoi tempi d’oro. Poi operaio della Piaggio, quando in fabbrica a Pontedera erano in 12 mila. Conosciuto per il suo carattere gioviale e per la sua schietta militanza da comunista, comunista italiano e amico di tutti. Ha avuto tantissimi amici“, ha proseguito Filippeschi, sottolineando la capacità del parente di creare legami e lasciare un segno sincero nelle persone.
Il ricordo si fa ancora più personale, toccando momenti familiari e immagini di un tempo:
“Anche da giovane era speciale: gran ballerino e, dicevano, conteso. Ci sapeva fare. Suo fratello maggiore di due anni era mio padre, Mario, mancato trent’anni fa. E pochi anni dopo se ne andarono Bruna e Bruno. Poi Elio. Poldo, con il cugino Angiolino che ci ha lasciati qualche settimana fa, era rimasto il testimone di una storia familiare. Una storia di cui andare orgogliosi“.
Un legame forte, quello con la propria storia e con la comunità. Fino alla fine, racconta l’ex sindaco, Poldo ha mantenuto lucidità e passione: “Ha vissuto fino all’ultimo leggendo ‘Il Tirreno’, attento e curioso di tutto, e seguendo il Pisa, da gran tifoso qual era“.
Il ricordo si chiude con un pensiero alla famiglia e a ciò che rimane di un uomo che ha vissuto con pienezza: “La moglie Renata l’aveva lasciato vent’anni fa. Giovanni e Andrea, i suoi figli, gli sono stati vicini in un modo splendido con le loro famiglie. Ha avuto anche questa grande fortuna. Resteranno nel nostro cuore il suo sorriso sempre pronto come la sua battuta, la sua generosità e la sua voglia di vivere“.