Coinvolti nel progetto gli studenti della scuola Niccolini.
PONSACCO. È un tour dei luoghi della memoria quello che ha coinvolto i ragazzi delle terze medie della scuola Niccolini di Ponsacco. Luoghi a pochi chilometri da casa, testimoni di eventi che fanno parte della storia mondiale.
Il progetto si chiama “Percorsi della memoria” ed è cominciato con la presentazione nelle classi dell’omonimo libro di Silvano Granchi. L’obiettivo è ricostruire le vicende che si celano dietro i nomi delle piazze e delle vie di Ponsacco. Nelle scorse settimane i ragazzi sono stati accompagnati nei luoghi che hanno visto il passaggio della Seconda Guerra Mondiale, per dimostrare in maniera tangibile quanto la storia sia qualcosa di incredibilmente vicino a noi.
La prima tappa è stata il Palazzo Comunale. Qui Franco Citi, presidente dell’Associazione Nazionale Bersaglieri, ha raccontato la storia di alcuni oggetti ritrovati a Ponsacco. Un pezzo di cingolo di carrarmato, un elmo tedesco e uno americano. Poi ha invitato alla lettura dei nomi delle vittime civili ponsacchine. “Sono morti – ha spiegato Citi – mentre già gioivano per la libertà, tra il 14 luglio e il 17, giorno in cui Ponsacco festeggia la fine della guerra. Fatevi raccontare dai vostri genitori, dai nonni, dai vicini di casa cos’è stata la guerra e cosa vuol dire perdere la libertà”.
Poi la seconda tappa nella tenuta di Camugliano, dove fu uccisa Maria Bacci, diventata il simbolo delle vittimi civili e delle atrocità della guerra. Sosta al Poggino per parlare dei rifugi, di come si vivesse chiusi lì sotto ma anche per ricordare la marginetta, i doni e le preghiere che i Ponsacchini affidavano alla Madonna per sfuggire alla guerra.
“Conoscere la propria città – hanno detto la sindaca Francesca Brogi e l’assessora all’istruzione Stefania Macchi – è qualcosa di prezioso per tutti i cittadini che la abitano. Questo progetto ha l’obiettivo di far ‘toccare’ con mano i luoghi della guerra. Spesso la storia viene vista come una serie di avvenimenti accaduti in un tempo e in uno spazio lontano da noi. Non è così. Ponsacco porta ancora quelle cicatrici, i segni della guerra ed è dovere di tutti conoscerli e tramandarli”.